Riforma della Città metropolitana di Catania. Sindacati in rivolta: "Discriminati 600 dipendenti"

Città metropolitana di Catania
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“Rimodulare la macro e la micro struttura della Città metropolitana in questo momento così delicato ci appare inopportuno e, per certi versi, stravagante. Per questo come sindacati Fp Cgil, UIL FPL e Csa, chiediamo al sindaco Enzo Bianco un incontro urgente e soprattutto di rimandare la riforma dell’Ente, mentre respingiamo in particolare la rimodulazione della microstruttura (ossia della riorganizzazione delle singole posizioni di lavoro) poiché irricevibile e discriminatoria nei confronti dei circa 600 dipendenti”.

Lo scrivono in una lettera indirizzata ai vertici dell’Ente, il segretario generale Gaetano Agliozzo e il segretario provinciale della Fp Cgil, Carmelo Distefano che su questo ultimo punto sottolineano il rischio che vengano costituite delle vere e proprie “prebende organizzative” a vantaggio di pochissimi fortunati, “il tutto nella assoluta incertezza, sia sul futuro dell’Ente e dei suoi dipendenti, oggi a rischio di mobilità, che sulle risorse e funzioni stesse dell’Ente”. Secondo la Funzione Pubblica CGIL, insomma, l’amministrazione della Città metropolitana sembra “ignorare la difficilissima e scottante vertenza sindacale in atto, di carattere regionale e nazionale”.

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Agliozzo e Distefano segnalano a Bianco, che il FES (il fondo che finanzia il salario accessorio del personale dipendente) dispone di risorse talmente esigue da non poter essere sottratte alle esigenze di 550 dipendenti a vantaggio di pochi (circa una decina), “in un ente in cui si mettono in dubbio anche i buoni pasto, e sono a rischio stipendi e servizi”.

In particolare, la Funzione pubblica respinge con forza la volontà dell’amministrazione di ripristinare 15 posizioni organizzative del 2010 (a suo tempo sospese in attesa della definizione della riforma), segnalando che “in mancanza della revoca del ‘Nuovo assetto della struttura organizzativa dell’Ente’ con rinvio a data successiva alla definizione della riforma delle ex Province, le sigle sindacali si attiveranno unitariamente con ogni iniziativa di contrasto”.

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