Sullo stato della rete ospedaliera e di quella del pronto soccorso in Sicilia, interviene Maurizio Attanasio, segretario generale CISL di Catania:”Se non sarà completato e reso operativo il presidio ospedaliero del San Marco nessun sistema dei pronto soccorso cittadini potrà mai essere messo a punto. Purtroppo, nutriamo forti dubbi che ciò possa accadere in tempi brevi. E se non saranno avviati i presidi territoriali, ci saranno comunità, come quelle della zona di Giarre, che resteranno senza strutture d’emergenza o in attesa che un’ambulanza arrivi in tempo”.
L’intervento avviene alla vigilia del responso che martedì dovrà dare il tavolo ministeriale tra ministero dell’Economia e Sanità sulla riorganizzazione della rete ospedaliera siciliana e catanese.
“La Rete ospedaliera e del primo soccorso regionali sono nel caos – denuncia – con città senza pronto soccorso e senza medicina territoriale. Perché la Sanità siciliana sia rispondente ai bisogni reali della collettività e risolva le annose questioni che affliggono l’utenza dei servizi e dei pronto soccorso restano irrisolti alcuni nodi fondamentali. A Catania, si dovrà completare il San Marco, ma temiamo che i tempi siano lunghi. E poi c’è la questione dei Presidi territoriali”.
Una posizione ribadita già nel corso del 17° congresso della Cisl etnea, conclusosi giovedì scorso. “Nessuna riforma potrà dirsi davvero compiuta – insiste poi Attanasio – se non partirà il nuovo metodo organizzativo dei Presidi sanitari territoriali, che pone l’utente al centro del sistema. I presidi devono essere connessi con il CUP, il Centro unico di prenotazione, e il PUA, il Punto Unico d’Accesso”.
“Assieme alle federazioni della Funzione Pubblica, dei Pensionati e dei Medici della Cisl – ricorda Attanasio – abbiamo rappresentato di recente all’assessore Gucciardi che, in mancanza di tali strutture e del PUA, i pronto soccorso catanesi saranno sempre intasati, le liste d’attesa non verranno mai alleggerite, sprechi e duplicazioni di servizi continueranno, a danno tanto dei cittadini quanto dei lavoratori del settore”.
Il numero uno della Cisl etnea stigmatizza anche il “caso Giarre”: “Senza il Presidio territoriale d’emergenza (PTE), capace di fronteggiare e stabilizzare temporaneamente le emergenze fino alla loro attribuzione al Pronto Soccorso dell’Ospedale di riferimento, ci saranno comunità, come a Giarre, che resteranno prive di una vera struttura per trattare i casi di urgenza o attenderanno invano l’arrivo tempestivo di un’ambulanza”.
Dall’altro lato, i PTA, Presidi territoriali di Assistenza, rappresentano il punto di accesso privilegiato alla rete territoriale e individuano soprattutto il target del cosiddetto “Paziente fragile” (con cronicità, disabilità, o minori, anziani ecc). Ma essi devono essere connessi con il CUP e con il PUA.
“Sulle estenuanti liste d’attesa per le prestazioni specialistiche pubbliche – conclude Attanasio – chiameremo a giorni l’ASP a un confronto per avere una definitiva e chiara risposta su quale azione si vuole intraprendere per eliminare un sistema di gestione certo non degno di una città civile e moderna”.