Etichette che hanno già una certa notorietà all’estero, alcune dalla grafica accattivante. Cantine che ogni anno partecipano ad un processo che mette insieme amore per la terra e voglia di migliorare il prodotto. Anche per i vini dell’Etna tutto è pronto per partecipare alla 51ª edizione del Vinitaly, la più grande vetrina italiana, ma di respiro internazionale, del buon bere.
Le migliori etichette nate in questi anni nel territorio catanese saranno accompagnate a Verona dalla Camera di Commercio di Catania dal 9 al 12 aprile, con la formula ormai rodata per il quattordicesimo anno di fila, ossia quella del mix di presentazioni, degustazioni e supporto organizzativo, alle piccole imprese che producono nel nostro territorio uno dei vini italiani più pregiati: l’Etna doc.
L’iniziativa é stata presentata in Camera di Commercio nel corso di un incontro pubblico “Vinitaly 2017, tornano i calici dell’Etna”, servito a fare il punto su opportunità e obiettivi di un settore amato dal grande pubblico e sempre più in crescita.
Ha introdotto e coordinato i lavori, il direttore di “Cronache di Gusto” Fabrizio Carrera, e dopo i saluti del commissario ad acta della Camera di commercio, Roberto Rizzo,sono intervenuti il sottosegretario alle Politiche agricole, alimentari e forestali, Giuseppe Castiglione, l’assessore regionale all’Agricoltura, sviluppo rurale e pesca mediterranea, Antonio Cracolici, il presidente Fipe Confcommercio Dario Pistorio, l’ esperto dei vini dell’Etna, Alfonso Stefano Gurrera. Era presente il segretario generale della Camera di Commercio, Alfio Pagliaro.
Quest’anno l’evento fieristico avrà luogo nel padiglione “Sicilia” dove le 20 imprese partecipanti troveranno posto, in una tendo struttura meglio esposta all’attenzione del pubblico rispetto alle passate edizioni. All’interno della collettiva etnea, sarà presente, per il secondo anno consecutivo, anche una delegazione di aziende di altre province selezionate dall’ente.
“Spesso noi siciliani non riusciamo a raccontare le nostre eccellenze e tra queste c’è di certo il brand Etna, punto di riferimento fondamentale per la promozione del territorio. I vini del Vulcano fanno ormai parte di questo brand e di quei sapori che segnano la nostra storia – ha spiegato il commissario Rizzo – Lo dicono i dati: la Sicilia è tra le prime regioni in Italia a curare il valore agricoltura. Nel solo settore bio siamo ad esempio primi, avanti a terre come la Toscana e la Puglia”.
Aggiunge Rizzo: “Con la partecipazione al Vinitaly offriamo alle imprese vitivinicole la possibilità di essere protagoniste in una vetrina che coniuga eccellenze agricole e di mercato, visibilità all’estero e scambi culturali. E tutto ciò avviene malgrado la Camera stia vivendo difficoltà organizzative che però non si riflettono in alcun modo nel sistema produttivo”.
L’assessore regionale Cracolici ha sottolineato come “i vini dell’Etna stiano ormai rappresentando il prodotto di punta dell’agroalimentare siciliano. Qualche anno fa si parlava di “speranze” per un settore che mostrava le carte in regola per avviarsi, oggi i settori agricolo e agroalimentare fanno crescere l’economia nell’Isola. Un trend quasi distonico rispetto alla liturgia del dolore sull’Isola a cui ci stiamo abituando. Invece é necessario valorizzare quello che di più bello e importante esiste, e che viene percepito, nel nostro territorio”.
Cracolici ha comunicato che a Verona si terrà anche un inedito confronto tra i due vini più in auge sul territorio italiano: il Barolo e il vino dell’Etna, ma anche rassicurato le aziende sulla possibilità che venga prorogata la scadenza per l’Ocm vino investimenti, nella formula annuale. La Regione ha infatti chiesto al Ministero di prorogare i termini sino al 24 aprile per agevolare le aziende vinicole intenzionate a partecipare.
Per il sottosegretario Castiglione, “quest’anno il Vinitaly si proporrà come una vetrina ancora più nazionale. La partecipazione italiana sarà di altissima qualità e al suo interno spiccheranno la Sicilia e i vini dell’Etna, in un contesto di qualità, sicurezza, tracciabilità e soprattutto valore ambientale. Tutto questo é valore aggiunto. Quest’anno il governo ha varato il testo unico sul vino, a favore della semplificazione e la sburocratizzazione, nonché il registro unico dei controlli”.
Dario Pistorio della Fipe si è appellato alla ristorazione etnea “affinché affianchi agli ottimi menù una carta dei vini locali. L’abbinamento vino-cibo richiama, oltre che il buon gusto, anche il turismo. E in questa direzione oggi chiedo anche ai produttori di dare una mano ai pubblici esercizi, che poi sono il biglietto da visita di un territorio”.
Il giornalista Gurrera ha spiegato come sia importante raccontare il vino e le cantine “a partire dalle storie dei contadini e dei produttori” , mentre tra i produttori apprezzato è stato l’intervento di Pucci Giuffrida di Al-Cantara: “Non possiamo perdere un treno che la storia ci sta offrendo. L’Etna è il nostro gioiello, ma anche un giocattolo delicato, che se ben manovrato può donare a produttori e lavoratori, grandi soddisfazioni, nonostante un momento di crisi molto forte. La soluzione ? Fare sistema”.
Vinitaly 2017 è la più grande manifestazione dedicata al mondo del vino: business, internazionalizzazione e formazione si intrecciano per quattro giorni senza sosta e consente di scoprire territori di produzione e vini di tutto il mondo, dall’Australia all’Ungheria, dal Mar Morto al Perù, dall’Austria alla Gran Bretagna, alla Slovenia, all’Italia con i suoi vitigni più rari fino all’Estremo Oriente per conoscere il Bordeaux della Cina. E tra queste etichette importanti c’è anche la nostra, tutta italiana.
Solo Vinitaly offre un giro del mondo degustativo ragionato e ogni anno diverso, indispensabile per far capire ai buyer internazionali il valore del vino e i calici catanesi non possono mancare.