Non si placano nel centrodestra siciliano le polemiche all’indomani della rinuncia alle primarie di Forza Italia e Cantiere Popolare. Proprio ieri Gaetano Armao, Angelo Attaguile e Nello Musumeci avevano fortemente criticato la decisione di Gianfranco Micciché e Saverio Romano che “tirandosi fuori con bizantinismi e motivazioni disarmanti” avrebbero messo a rischio l’unità dell’alleanza, mentre Alessandro Pagano di Noi Con Salvini ha parlato di un’atmosfera da “grande inciucio”.
Condivide le preoccupazioni degli alleati, seppur con motivazioni e toni diversi, anche Vincenzo Gibiino, ex coordinatore di Forza Italia in Sicilia. “Sull’inadeguatezza del metodo delle primarie, così come concepite dal Partito democratico, Silvio Berlusconi ha da sempre avuto ragione. In Sicilia qualcuno ha invece ritenuto di volerle fare, per poi invertire la marcia all’ultimo momento. Nel giorno del previsto deposito delle firme, necessarie ad avvalorare le candidature,
il ritiro di Forza Italia ha di fatto determinato la morte del progetto di centrodestra, convenzionalmente inteso”.
“In tanti, nell’Isola, avevano sperato in queste primarie, lo dimostrano – continua il senatore Gibiino – le centinaia di migliaia di firme raccolte da parte dei vari candidati (il sottoscritto aveva fermato la sottoscrizione a 9 mila, ma le firme volontariamente giunte hanno superato quota 14 mila).
Forza Italia si trova ora in una strada che pare senza uscita.
Ben dice Salvatore Cuffaro, quando afferma che in Sicilia, per vincere le elezioni, serve una coalizione allargata alle forze di centro”.
“L’errore di tanti – conclude – è invece di pensare di battere il Movimento 5 Stelle puntando alla somma dei voti, e non creando invece un progetto di vero rilancio e di sviluppo, che possa fare sperare la nostra gente in un futuro di cambiamento”.