Sulla “pelle dei cani” scoppia una lotta mediatica tra il sindaco Leoluca Orlando e l’Ente nazionale protezione animali.
Il comune con una sua nota fa sapere che “si avviano a conclusione le operazioni di svuotamento del canile municipale di via Tiro a segno a Palermo, che permetteranno, dopo tre anni di attesa, l’avvio dei lavori di ristrutturazione e manutenzione straordinaria della struttura, già a partire dalla prossima settimana”.
Prosegue la nota, a giustificazione e spiegazione dell’operato del comune di Palermo:“Dopo che negli anni si era arrivati ad ospitare in condizioni estremamente precarie fino a 500 cani, grazie alle campagne e le inziative condotte per l’adozione degli animali si è giunti oggi a circa 90 animali, di cui la maggioranza saranno trasferiti presso l’ex mattatoio e in minima parte presso strutture private, la cui idoneità è stata certificata dai servizi veterinari pubblici e che risultano essere dotate di tutto quanto necessario al benessere degli animali”.
E, poi, specifica: “Ogni spostamento degli animali da via Tiro a Segno verso altre strutture è stata programmata, oltre che nel rispetto formale delle normative in materia, avendo come punto di riferimento il benessere degli animali, a partire dall’ampliamento medio, rispetto alla situazione attuale, di almeno un metro quadro di spazio disponibile in gabbia per ogni cane, oltre le aree per lo sgambamento”.
Cosa che fa dire al sindaco Leoluca Orlando:“Finalmente, dopo anni di difficoltà che hanno visto gli animali ospitati in una struttura che presentava gravi carenze strutturali, riusciamo a dare avvio ad importanti lavori, che uniti alla programmazione di un nuovo canile intercomunale permetteranno di dotare la città di una struttura idonea alla salute e al benessere degli animali, come alle esigenze sanitarie del territorio”.
Ma c’è anche una parte “dolente” della nota. Infatti il dirigente Gabriele Marchese aggiunge: “Circolano in queste ore sui social network delle “fakenews” (notizie inesatte o false, ndr) riguardanti presunte illegalità nella gestione della vicenda. Non possiamo che ricordare che l’amministrazione comunale ha fatto, come sempre, tutti i controlli del caso, accertando la regolarità della posizione di tutte le parti private coinvolte. In verità, con questo provvedimento e con l’avvio del cantiere, si pone finalmente fine ad una situazione nella quale la buona fede di molti animalisti e volontari è stata sfruttata per proprio tornaconto da alcuni sedicenti amanti degli animali. Ovviamente tutto ciò è stato riportato alle autorità competenti che nel tempo, fino ad oggi, hanno svolto verifiche sull’operato dell’amministrazione”.
“Oggi finalmente – conclude Leoluca Orlando – si chiude una situazione di emergenza che ha visto come prime vittime gli animali. Ci auguriamo che nessuno voglia proseguire in una azione che certamente non è finalizzata a dare una migliore sistemazione agli animali e che nessuno voglia assumersi le responsabilità che derivano da tentativi di interruzione dell’operato dell’amministrazione comunale”-
E sulle modalità della gestione degli animali ospitati interviene l’Enpa. La presidente nazionale Carla Rocchi, ribadisce ancora una volta la propria contrarieta’ alla concessione, da parte del Comune, di un bonus di 480 euro per ogni cane adottato dal canile, ed interviene con una dichiarazione: «Cosi’ come e’ stata organizzata questa iniziativa rischia di alimentare un vero business sulla pelle dei cani. Sembra infatti che non siano previsti controlli né pre né post affido sugli adottanti e che lo stesso controllo veterinario previsto sei mesi dopo l’avvenuta adozione possa essere in qualche modo bypassato dai malintenzionati. Questo progetto presenta lacune molto gravi che potrebbero avere gravi conseguenze per la salute, per il benessere e forse persino per l’incolumita’ degli animali».
“Insomma la situazione e’ molto seria – per la presidente dell’Enpa – Proprio per questo, la senatrice PD Silvana Amati, che Enpa ringrazia, ha presentato una interrogazione parlamentare al Ministro della Salute e al Ministro della Giustizia sottolineando come la strategia seguita dal Comune di Palermo non affronti e non risolva le vere causa alla base del randagismo”.
L’Ente Nazionale Protezione Animali, con la propria Sezione di Palermo, chiede di sospendere la procedura e di aprire un confronto con le associazioni