Super CamCom del Sudest, il ministero azzera l'accorpamento. La procedura riparte dall'Unioncamere di Lo Bello

Il Ministero dello sviluppo economico ha sospeso l'accorpamento delle Camere di commercio di Catania Siracusa e Ragusa, rimandando tutto al piano nazionale di razionalizzazione già in corso, di cui responsabile è Unioncamere. L'organo è presideduto da Ivan Lo Bello, già presidente di Confindustria Sicilia e protagonista di forti contrasti con la Confcommercio di Pietro Agen. Proprio i contrasti, insieme a quanto riferito al Mise dal presidente della Regione Rosario Crocetta, sono nel documento del ministero tra le motivazioni principali per la decisione

Ivan Lo Bello
Ivan Lo Bello. Foto tratta da Confundustria.it
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Il Ministero per lo sviluppo economico ha avviato la procedura per la revoca dell’accorpamento delle Camere di commercio di Catania, Siracusa e Ragusa, un iter che era stato avviato con decreto dello stesso Ministero del 25 settembre del 2015. La decisione viene dopo mesi di forti contrasti, caratterizzati da accuse, esposti e indagini della magistratura ancora in corso, tra Confindustria e Confcommercio e i vari enti e soggetti che ruotano attorno alle due realtà, per la definizione della nuova Super CamCom del Sudest. Un contrasto, quello tra le due confederazioni che è andato avanti anche con attacchi incrociati, e con al centro le figure di Piero Agen, presidente di Confcommercio Sicilia, e di Ivan Lo Bello, già presidente di Confindustria Sicilia e oggi a capo di Unioncamere.

E proprio a Lo Bello, secondo quanto deciso dal Mise, toccherà ora ridare un nuovo assetto al piano di accorpamento in quanto presidente dell’organo che sovrintende alle Camere di commercio. “La rideterminazione delle circoscrizioni territoriali delle camere di commercio interessate – si legge nel documento del Mise -, sarà oggetto di definizione nel piano di cui al comma 1 dell’articolo 3 del decreto legislativo 25 novembre 2016, n. 219“. Secondo la norma citata l’accorpamento deciso a settembre 2015 rientrerà quindi nel più ampio quadro nazionale di razionalizzazione previsto dal decreto legislativo.

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Una scelta che farà certamente discutere, ma che il ministero motiva facendo riferimento proprio al clima teso siciliano. “Questo Ministero – si legge nel decreto di revoca di giorno 15 marzo -, tenuto conto delle criticità che hanno generato una situazione di rilevante conflittualità e di grave incertezza che stanno caratterizzando il processo di accorpamento, ma soprattutto della volontà espressa dalla Regione Sicilia di voler rivalutare complessivamente il processo in atto, e al fine di garantire la piena  e indiscussa volontà di tutti i soggetti interessati a voler  concludere il processo di accorpamento ritiene che il medesimo processo  di accorpamento debba essere ripensato, alla luce delle motivazioni sopra esposte; e la cui prosecuzione, allo stato, non appare più opportuna determinando, quindi, la necessità di provvedere alla revoca del decreto con il quale il medesimo accorpamento è stato disposto”. La decisione, come si legge nel decreto, viene quindi espressamente riferita agli atti posti in essere dal presidente della Regione Rosario Crocetta, schieratosi negli ultimi mesi apertamente per il “no” all’accorpamento.

Tutto ciò premesso, il nuovo decreto di revoca rischia di inasprire la lotta a viso aperto tra le due confederazioni, con Confcommercio che al momento sembra aver perso la lotta. Ci saranno dieci giorni di tempo per i soggetti interessati per presentare controdeduzioni. “Tutti i soggetti, portatori di interessi pubblici o privati cui possa derivare un pregiudizio dall’attuazione del provvedimento, possono intervenire nel procedimento, presentare memorie scritte, documenti e osservazioni entro 10 giorni dalla ricezione della presente comunicazione”, conclude il Mise.

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