Sequestro in corso di esecuzione di beni dalla Dia di Catania al presunto capo del clan di Cesarò legato alla ‘famiglia’ Santapaola-Ercolano. E’ l’ennesimo colpo al clan dei Nebrodi, proprio nel paese del Messinese dove è avvenuto l’attentato al presidente del Parco ambientale, Giuseppe Antoci.
Altre inchieste e operazioni che hanno riguardato la zona hanno portato la Dia di Catania, diretta da Renato Panvino, a sequestri a esponenti criminali di spessore come Rosta e Scinardo, quest’ultimo coinvolto nelle inchieste sulla strage di Capaci.
Il sequestro è ancora in corso di esecuzione e personale della Dia sta eseguendo accertamenti in alcune banche. Mentre le indagini, a quanto si apprende, si starebbero spostando anche sui Caf: gli investigatori avrebbero acceso un faro sul loro ruolo nei Nebrodi.
Il provvedimento, emesso dal Tribunale di Messina – sezione misure di Prevenzione, riguarda alcune imprese operanti nel settore agricolo e nella ristorazione, numerosi terreni agricoli, fabbricati ubicati a Cesaro’ (ME) e Catania, diversi veicoli, centinaia di titoli ordinari Agea e rapporti finanziari in corso di quantificazione.
L’operazione della Dia è stata così commentata da Fabio Venezia, sindaco di Troina:“Lo Stato c’è e fa sentire la propria presenza nel territorio. Un grande segnale di fiducia che da’ forza alla grande battaglia che si sta compiendo per liberare i Nebrodi dall’oppressione mafiosa e per restituirli agli imprenditori agricoli onesti e ai giovani. Poco fa ho sentito il capo centro della Dia di Catania, Renato Panvino, per esprimere il più vivo apprezzamento e la più sincera gratitudine a nome anche di tutti i cittadini onesti che credono nella giustizia e nella legalità”.
Fabio Venezia vive sotto scorta per le minacce subite dalla mafia dei Nebrodi.