Dia sequestra beni a presunto capo clan dei Nebrodi

Dichiarazione di Fabio Venezia, sindaco di Troina, che vive sotto scorta

Sequestro in corso di esecuzione di beni dalla Dia di Catania al presunto capo del clan di Cesarò legato alla ‘famiglia’ Santapaola-Ercolano. E’ l’ennesimo colpo al clan dei Nebrodi, proprio nel paese del Messinese dove è avvenuto l’attentato al presidente del Parco ambientale, Giuseppe Antoci.

Altre inchieste e operazioni che hanno riguardato la zona hanno portato la Dia di Catania, diretta da Renato Panvino, a sequestri a esponenti criminali di spessore come Rosta e Scinardo, quest’ultimo coinvolto nelle inchieste sulla strage di Capaci.

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Il sequestro è ancora in corso di esecuzione e personale della Dia sta eseguendo accertamenti in alcune banche. Mentre le indagini, a quanto si apprende, si starebbero spostando anche sui Caf: gli investigatori avrebbero acceso un faro sul loro ruolo nei Nebrodi.

Il provvedimento, emesso dal Tribunale di Messina – sezione misure di Prevenzione, riguarda alcune imprese operanti nel settore agricolo e nella ristorazione, numerosi terreni agricoli, fabbricati ubicati a Cesaro’ (ME) e Catania, diversi veicoli, centinaia di titoli ordinari Agea e rapporti finanziari in corso di quantificazione.

L’operazione della Dia è stata così commentata da Fabio Venezia, sindaco di Troina:“Lo Stato c’è e fa sentire la propria presenza nel territorio. Un grande segnale di fiducia che da’ forza alla grande battaglia che si sta compiendo per liberare i Nebrodi dall’oppressione mafiosa e per restituirli agli imprenditori agricoli onesti e ai giovani. Poco fa ho sentito il capo centro della Dia di Catania, Renato Panvino, per esprimere il più vivo apprezzamento e la più sincera gratitudine a nome anche di tutti i cittadini onesti che credono nella giustizia e nella legalità”.

Fabio Venezia vive sotto scorta per le minacce subite dalla mafia dei Nebrodi.

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