Cioccolato "imputato ed assolto" perché fa bene alla salute

cioccolato
- Pubblicità -

Cioccolato sul banco degli imputati al Rotary Catania Nord e sottoposto a processo da una giuria composta dal presidente Vladimiro Fuochi, dal socio prof. Roberto Avola, dalla dott.ssa Antonella Romeo, e dal ricercatore Claudio Laudani.

E’ toccata alla dott.ssa Romeo parlare dei “precedenti” del cioccolato, dai miti dell’America latina fino all’industrializzazione dei giorni nostri. Maya e Aztechi utilizzavano le bacche del cacao come moneta di scambio e lo consideravano un tesoro da difendere. La parola cacao deriva proprio dalla lingua Maya: Cac (rosso) Cau (forza\fuoco). L’eredità dei Maya passò agli Aztechi il cui re\dio Quetzalcoat era possessore di un enorme tesoro costituito proprio da alberi di cacao. E toccò, poi, a Montezuma far conoscere al condottiero Hernan Cortes questa bevanda che importò nel 1528 in Spagna. E quì nacque e si diffuse l’abitudine di sorseggiare tazze di cioccolato fumante.

- Pubblicità -

In Italia il cacao giunge nel 1585 in Piemonte e subito dopo nel 1606 a Firenze e Venezia. La bevanda non viene condannata dalla Chiesa che dà il permesso di berla anche durante la quaresima. Nel 1700 il cioccolato arriva in Francia e poi in Austria (Mozart lo decanta in “Così fan tutte”). Nel 1800 il cioccolato diventa “solido” con la Lindt e poi a Torino, mescolato alla nocciole, come gianduiotto (Caffarel). Ma è a Modica (introdotta dagli spagnoli) che viene perpetuata la tradizione del cioccolato a freddo di origine azteca. Nel 900 parte l’industrializzazione del cioccolato con Perugina, Streglio, Unica e, dopo la Grande guerra, con Ferrero.

Ma perché il cacao è così apprezzato? Dal punto di vista biochimico il prof. Roberto Avola ci spiega le ragioni del suo successo. Tutto si deve ai “flavonoidi” (dal latino Flavus, giallo), composti chimici naturali presenti in frutta, verdure e nelle piante superiori. Sono antiinfiammatori, antiossidanti, antiemorragici, contribuiscono alla prevenzione di malattie cardiovascolari come aterosclerosi, infarto ed ictus. Si trovano anche negli agrumi, nel finocchio, nel grano saraceno, nei pomodori e nei frutti di bosco e mirtilli. Per le loro proprietà furono chiamati “vitamina P”. Il flavonoide “Silibina” viene usato in erboristeria e fitoterapia per le epatopatie tossiche e contro l’avvelenamento da Amanita Phalloides.

Sono, conclude il prof. Avola, dei veri e propri “spazzini dei radicali liberi”, per questo sono efficaci per bloccare le funzioni infiammatorie ed il danneggiamento dei tessuti responsabile dell’invecchiamento.

cioccolatini

Proprio per fissare scientificamente quanto osservato nella pratica, spiega il dott. Claudio Laudani, numerosi sono stati gli esperimenti scientifici per studiarne gli effetti, per esempio sul metabolismo lipidico, sul sistema immunitario, su quello cardiovascolare, e su quello intestinale.

Le conclusioni cliniche della dott.ssa Romeo indicano che il cioccolato è da considerare un farmaco naturale solo se è fondente e con un contenuto di cacao di almeno il 70 per cento. Queste le principali indicazioni per il suo uso trovate in manoscritti spagnoli: anemia, anoressia, fatica mentale, virilità. Il suo consumo riduce il colesterolo totale ed il colesterolo LDL lasciando invariata la frazione (buona) HDL. Inoltre un quadratino fondente al giorno (15-20 grammi) non fa ingrassare.

giuria cioccolato
Antonella Romeo, Claudio Laudani, Roberto Avola

Dunque, consumarne una modesta quantità al giorno “non costituisce reato”, motivo per il quale il cioccolato, al termine degli interventi degli esperti\giudici è stato assolto. Tra il sospiro di sollievo di soci ed ospiti che, trepidanti e con il fiato sospeso, hanno atteso il verdetto finale.

- Pubblicità -