“Esprimiamo la nostra solidarietà a S.E. l’Arcivescovo di Catania, monsignor Salvatore Gristina, per l’attacco portatogli dal rimosso consiglio d’amministrazione dell’O.D.A., apprezziamo la sua e ci aspettiamo che sia possibile ora ripristinare le corrette relazioni per i lavoratori della Formazione dell’ente”.
Lo affermano Maurizio Attanasio, segretario generale Cisl Catania, Giovanni Migliore, responsabile regionale Cisl Scuola per la Formazione, e Ferdinando Pagliarisi, segretario generale Cisl Scuola Catania, in merito alle vicende legate al commissariamento del consiglio d’amministrazione dell’Opera Diocesana Assistenza di Catania.
“La condizione dei lavoratori della Formazione dell’Oda di Catania è gravissima – sottolineano – in quanto da mesi sono in attesa di arretrati e, al momento, si ritrovano senza prospettive. Tale condizione è stata aggravata dalle ultime scelte del CdA che ha proceduto anche a un licenziamento fuori di ogni logica e per il quale ci è stato negato persino il confronto”.
“Non possiamo, quindi, che essere contenti dell’iniziativa dell’Arcivescovo, che avevamo messo al corrente della situazione – concludono Attanasio, Migliore e Pagliarisi – e auspichiamo che ora sia possibile riavviare il dialogo per la tutela della professionalità e della dignità dei lavoratori della Formazione”.
Sulla querelle di queste settimane che vede contrapporsi il Consiglio di amministrazione dell’opera diocesana con il suo commissario, sono intervenute con una nota comune anche le segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil, insieme a Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, per chiedere “garanzie sulla tenuta dell’ente e sulla certezza dei servizi agli utenti, in questo caso particolarmente bisognosi di sostegno quotidiano. Il sindacato sostiene l’iniziativa del commissariamento intrapresa dall’Arcivescovo di Catania, affinché si faccia subito chiarezza sul caso”.
“Ciò che sta accadendo all’Oda – si legge nella nota – ci preoccupa e non poco. Non possiamo non ricordare alle parti in gioco in questi giorni di polemica, che i 600 lavoratori vanno tutelati”.