Più infrastrutture, un Ufficio Turistico metropolitano, maggiore professionalità degli addetti, un’offerta destagionalizzata che punti a tradizioni locali, come la festa di Sant’Agata.
Sono alcuni elementi della ricetta della Cisl e della Fisascat di Catania per fidelizzare il turismo e creare occupazione nel territorio etneo, e che prende spunto dai positivi dati della Sac sui passeggeri di Fontanarossa e dalla richiesta del sindaco Bianco a Gentiloni per sbloccare il molo foraneo.
«La crescita dei transiti all’aeroporto e il nuovo molo foraneo sono elementi importanti ma non bastano – dicono Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl catanese e Rita Ponzo, segretaria generale della Fisascat, la federazione dei lavoratori del commercio, del turismo e dei servizi della Cisl etnea – occorrerebbe puntare a incrementare le presenze dei turisti, attraverso il superamento dell’eccessiva concentrazione stagionale e la diversificazione dell’offerta».
«A Catania – sostiene Ponzo – c’è anche un deficit di infrastrutture materiali e immateriali che incide sulla qualità dell’offerta turistica. La viabilità locale e internazionale, una politica dei vettori di tutti i tipi anche attraverso accordi con le low cost, la garanzia di un adeguato livello di conservazione e protezione dei beni ambientali e culturali, la sicurezza, la qualificazione del lavoro e la crescita della professionalità degli addetti sono condizioni indispensabili».
Per Attanasio «la nuova realtà dell’area vasta, imporrebbe che la Città Metropolitana costituisse un proprio Ufficio Turistico, come già succedeva un tempo, che coordini le esigenze degli operatori alberghieri, che fornisca informazioni, con ampio anticipo, su tutte le iniziative turistiche e culturali che i comuni etnei intraprendono. Mentre, sul piano di sviluppo dell’aeroporto e degli insediamenti commerciali nell’aerostazione, aspettiamo da tempo un confronto con l’Ad della Sac».
Anche la politica dei prezzi andrebbe adeguata. «Gli alberghi cittadini oggi puntano in massima parte a una clientela commerciale, mentre viene scoraggiata quella turistica; non c’è un’offerta di intrattenimento che vada oltre ristoranti, pub e trattorie. Andrebbero meglio valorizzati e recuperati beni ambientali e culturali, con orari di apertura adeguati alle esigenze del turista».
Cambiano i comportamenti, si adeguino le offerte. «Oggi le vacanze vengono sempre più spesso frazionate in più periodi – sottolinea Ponzo – ecco perché c’è la necessità non solo di allungare la permanenza dei turisti, ma anche di acquisirne i ritorni, con una politica di fidelizzazione attraverso la valorizzazione delle tradizioni locali, come l’artigianato eno-gastronomico, per costituire a Catania un circuito integrato che valorizzi la città anche nelle forme più tradizionali, come la festa di Sant’Agata».
E serve maggiore pulizia e lotta al degrado: riqualificare, ad esempio, le aree prospicienti al porto e all’aeroporto per dare al turista un impatto positivo della città e offrirgli il massimo della sicurezza possibile. Per la Cisl e la Fisascat, “Catania e il turismo” è un binomio che può funzionare, ma ci vogliono organizzazione e investimenti adeguati.