CamCom SudEst, le associazioni: "Non parole ma documenti, si accertino i reati"

conferenza LegaCoop
Da sin.: Gaetano Mancini, Orazio Platania, Andrea Milazzo, Salvatore Bonura, Alfio Micalizzi
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“Sulle modalità di accorpamento delle Camere di commercio di Catania, Siracusa e Ragusa (Cam Com SudEst) la si butta in politica, si parla di scontro Agen-Lo Bello, di guerra tra bande, di potere. E i fatti passano in secondo piano. Stiamo ai fatti. Di fronte a nostre richieste legittime vedevamo accelerazioni e forzature ingiustificate che ci hanno messo in allerta, perché non avevano alcuna giustificazione. Poi sono emersi i primi dati. Come mai dopo tre anni di crisi le imprese a Catania sono aumentate a dismisura anziché diminuire? Dopo tre anni nei quali tutte le associazioni lamentavano la chiusura delle imprese? Come mai dopo appena tre anni i rapporti di forza tra le associazioni si sono ribaltati? Nel precedente consiglio Confcommercio e Confesercenti avevano complessivamente 12 seggi. Tutti questi segnali ci hanno costretto ad approfondire, a fare un poco i poliziotti. Scoprendo un quadro che ci ha lasciati sbigottiti”.

Legacoop ha ospitato stamani la conferenza stampa delle associazioni che fanno riferimento allo schieramento che comprende, fra le altre,  Confcooperative, Cna, UplaClaai.  Salvatore Bonura e Gaetano Mancini entrano subito nel vivo della questione: l’accorpamento della camere di commercio di Catania, Ragusa e Siracusa,  le procedure seguite con la conseguente inchiesta della magistratura, e non ultimo, la recente conferenza stampa della Confcommercio. Così l’ing. Gaetano Mancini, presidente di Confcooperative:

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“Si parla di guerra tra bande. Ci chiediamo: perché le firme false a Palermo sono reati? Le tessere false del PD sono reati? I numeri gonfiati dei disabili sono reati? Le imprese false, le liste gonfiate alla Camera di Commercio sono guerre tra bande? Qui non ci sono bande, se ci sono falsi sono reati e vanno perseguiti”.

“Non ci interessa la caciara, non vogliamo che si minimizzi o che la si butti in politica, allo scontro tra persone o gruppi di potere. L’unica domanda è: i falsi ci sono o non ci sono?
E’ stato sostenuto anche dalla Confcommercio, con diverse posizioni, che i falsi ci sono, accettandolo quasi come un fatto di costume, una specie di pareggio, 1 a 1, palla al centro.
Noi non la pensiamo cosi. Perché sarebbe come dire che, se tutti rubassero, rubare non potrebbe più considerarsi reato. Noi vogliamo che se qualcuno ha sbagliato questo emerga, dall’una e dall’altra parte”.

Con questa logica di fondo è stato detto che anche il nostro apparentamento avrebbe prodotto false dichiarazioni, citando due associazioni artigiane che hanno avuto tagliate 3.800 imprese e facendo intendere che ciò fosse avvenuto perché false.
Se il fatto fosse vero non potrebbe che essere un motivo in più per rivedere l’intera procedura ed i sistemi di controllo.
Se non fosse vero, e non è vero, sarebbe solo il tentativo di sviare l’attenzione dai falsi veri, e quindi a maggior ragione va rivista la procedura.

Nel suo intervento l’ing. Mancini ha esemplificato i vari passaggi con il supporto di slides.

controlli

Perché sono state tagliate queste 3.800 imprese artigiane?
Perché la procedura adottata ha reso impossibile la presentazione degli elementi giustificativi. Come si sa le imprese artigiane pagano la quota associativa con l’F24 direttamente all’INPS che controlla e poi ci inoltra l’elenco degli associati. Noi non rilasciamo ricevute di iscrizione.

tempi

Perché è stata applicato il controllo del 100% solo ad alcune associazioni con modalità che non hanno permesso la presentazione della relativa documentazione. Perché nella prima fase (applicata a tutti) erano stati assegnati 21 giorni lavorativi per produrre la documentazione relativa a qualche centinaio di imprese e nella fase successiva del 100% (applicata solo ad alcuni) sono stati assegnati solo 5 giorni consecutivi per presentare la documentazione relativa a migliaia e migliaia di imprese.
Quindi nessun falso, anzi, un danneggiamento ulteriore. Ma di queste cose se ne occuperà la Magistratura.

 Noi invece desideriamo avere risposta sul fatto che su un campione minimo di imprese (meno di 600) tra quelle dichiarate da più associazioni (duplicate, triplicate, quadruplicate ed in un caso addirittura quintuplicate) abbiamo riscontrato quasi un centinaio di falsi rispetto ai quali abbiamo prodotto le relative dichiarazioni dei titolari delle imprese che hanno disconosciuto le adesioni alle associazioni che le avevano dichiarate.
E che una analisi sulle imprese con un elevato numero di dipendenti (che si sa, a Catania purtroppo sono poche) abbiamo riscontrato un numero elevatissimo di dichiarazioni di disconoscimento delle adesioni da parte dei titolari.
Solo 9 di queste grandi imprese, tra le quali due pubbliche, valgono 3.784 addetti. Un numero enorme considerato il peso che hanno gli addetti nella procedura.
E sono in corso ulteriori indagini difensive che stanno rafforzando questo quadro.
Qual è la risposta rispetto a questi fatti documentati e inequivocabili?

conti

E sono in corso ulteriori indagini difensive che stanno rafforzando il quadro. Qual è la risposta delle associazioni rispetto a questi fatti documentati e inequivocabili? Si può sostenere candidamente la tesi (non vera) del così fanno tutti? O le associazioni, spesso critiche nei confronti della politica e con piglio moralizzatrice, devono uniformarsi ai metodi che contestano?

E allora noi chiediamo di entrare nel merito, di stabilire regole che consentano un confronto chiaro con regole capaci di garantire la legalità. A prescindere, perché lo dobbiamo alle imprese che rappresentiamo.

Poi c’è lo scenario più generale. Si vogliono rivedere gli accorpamenti? Noi siamo stati convinti sostenitori della Camera del Sud-Est. La legge Madia permette di rivedere tali scelte? Disponibili a confrontarci. Risponderebbe anche ad un principio di valorizzazione del territorio e alle istanze che dal territorio sono emerse. E forse potrebbe essere anche il modo per superare lo stallo attuale e riprendere la corretta dialettica tra le associazioni, al di la delle posizioni attuali e degli attori che le ispirano. L’importante è che qualunque strada si scelga sia sostenuta dal territorio e caratterizzata da procedure trasparenti e rigorose”

In apertura Salvatore Bonura ha precisato che il commissariamento della Camera di commercio di Catania è stato determinato dalle dimissioni dei consiglieri dello schieramento Confcommercio, che allora era in minoranza. In riferimento alle recenti nomine alla SAC notizie giornalistiche hanno parlato di incontro e accordo fra Crocetta ed Agen. Similmente alla Soaco fra Giannone e Crocetta. “Peraltro – ha sostenuto Bonura – le nomine alla Sac sono di eccellenti professionisti a cui va la nostra stima”.

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