”La riforma camerale del governo Crocetta fa acqua da tutte le parti. Chiediamo la sospensione immediata del procedimento di accorpamento delle Camere di Commercio di Palermo ed Enna, previsto per domani perché il nuovo Ente non ha la sostenibilità economica come previsto dal decreto legislativo del 9 novembre 2016. Dall’esame del Preventivo Economico 2016 della Camera di Commercio di Enna emerge con chiarezza che le passività a regime ammontano a circa 2 milioni di Euro, oltre al deficit del fondo pensioni che determina il mancato raggiungimento del pareggio e l’impossibilità di rispettare il principio di cui all’art.2, comma 2 del dpr n.254/2005”.
A sostenerlo Giuseppe Messina, responsabile regionale dell’Ugl Sicilia ed Ernesto Lo Verso, reggente nell’isola della Federazione Nazionale Autonomie commentando l’imminente completamento dell’iter di accorpamento delle Camere di Commercio di Palermo ed Enna.
”Il sistema camerale siciliano non è nella condizione di sostenibilità economica e finanziaria – aggiungono i sindacalisti – per via della riduzione del 50 per cento del diritto annuale, come deciso scelleratamente dal Governo Renzi; così come non è in grado di reggere a qualunque forma di accorpamento, come voluta dall’esecutivo regionale con una riforma fuori dalla realtà, a causa dell’anomalia profonda che ha impedito alle Camere di Commercio di vedere applicate le norme finanziarie dettate dalla Corte dei Conti sin dal 1996 e giuridiche, come l’accesso al fondo pensioni dei regionali nel 2009, che significa il pagamento diretto delle pensioni agli ex dipendenti delle CCIAA”.
”L’idea di smembrare il sistema camerale siciliano in quattro o cinque Camere di Commercio è anacronistico – chiariscono Messina e Lo Verso – così com’è illogico pensare a nuovi accorpamenti entro il 2020′‘.
”Ed è per questo che chiediamo un confronto – concludono – con chi è disposto ad affrontare seriamente un percorso possibile di riordino del sistema camerale siciliano alla luce del quadro di riferimento attuale che, con le norme vigenti sui pensionamenti, anche per il personale delle CCIAA, porterebbe al 31.12.2020 il numero degli addetti di ruolo delle CCIAA siciliane a meno di 100 unità, dato che su oltre 400 unità almeno 308 potrebbero essere interessati al trattamento pensionistico. Senza dimenticare gli 84 precari che perderebbero ogni speranza di futura stabilizzazione ed i 15 dipendenti di Enna che da sei mesi non percepiscono lo stipendio”.