Livelli di smog diffusi, seppur contenuti sotto i limiti di legge, ma decibel alle stelle: l’inquinamento acustico a Catania raggiunge livelli ben al di sopra di quelli consentiti dalla legge. Siamo ormai talmente assuefatti che non notiamo neanche più la sua presenza in quasi ogni momento della nostra vita, eppure ne siamo circondati: sembra un problema marginale ma l’inquinamento acustico ha conseguenze dirette sul benessere e sulla qualità della vita e sta diventando sempre più una minaccia per la salute pubblica secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Per combattere smog e rumore occorre un decisivo cambio di passo nel pensare lo sviluppo di una città: per questo Legambiente lancia la sua sfida all’amministrazione comunale per una nuova idea di mobilità, fatta di piste ciclabili e più trasporto pubblico locale, chiudendo al traffico le aree del centro storico.
È questa la fotografia scattata dal Treno Verde, la campagna di Legambiente e del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, realizzata con la partecipazione del Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare, che nei giorni scorsi ha fatto tappa a Catania. Le proposte di Legambiente sono state presentate nel corso di un dibattito a bordo del Treno Verde a cui hanno preso parte Serena Carpentieri, responsabile Treno Verde di Legambiente; Carmelo Oliveri, tecnico dell’ufficio Ecologia ed Ambiente del Comune di Catania; Salvatore Casabianca, responsabile U.O. Agenti Fisici della Struttura Territoriale di Catania; Antonio Conti, responsabile U.O. Agenti Fisici della Direzione Generale di ARPA Sicilia; Giuseppe Inturri, docente di Trasporti e Mobilità presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Catania; Roberto Grimaldi, struttura territoriale Arpa Catania; Annamaria Pace e Viola Sorbello di Legambiente Catania.
Afferma Serena Carpentieri, responsabile del Treno Verde di Legambiente :“È intollerabile che in Sicilia ancora manca una adeguata informazione ai cittadini sullo stato della qualità dell’aria nelle città: solo a Catania e Palermo i comuni e gli enti preposti hanno un sito in cui è possibile consultare i dati giornalieri dei vari inquinanti; mentre queste informazioni sono assenti in tutti gli altri capoluoghi della regione”.
“È tempo di passare dalle parole ai fatti – dichiara Annamaria Pace di Legambiente Catania -. All’amministrazione comunale chiediamo innanzitutto di aggiornare e rendere finalmente esecutivo il Piano generale del traffico urbano, approvato ormai cinque anni fa ma fino ad oggi dimenticato in un cassetto e mai attuato. Da quest’importante strumento parte la pianificazione ragionata di una città che purtroppo ancora oggi è schiava dell’auto privata”.
“Occorre invece fermare l’invasione dei mezzi inquinanti soprattutto nelle aree del centro storico, ampliando le aree pedonali (ad esempio Piazza S. Francesco, via Teatro Greco, Piazza Manganelli o la chiusura alle auto per l’intera giornata in via Cardinale Dusmet, in corrispondenza della porta Uzeda)”.
“Altro punto previsto dal Pgtu ma mai attuato è la realizzazione delle nuove linee Brt: non solo non sono state mai realizzate ma l’unica in funzione oggi necessita di urgente manutenzione. I cittadini devono riappropriarsi degli spazi di questa città – conclude Pace – e utilizzare l’auto privata deve diventare sempre più l’ultima scelta possibile da parte dei residenti”.
Tra le altre proposte di Legambiente per Catania la creazione di piste ciclabili, copiando ad esempio quello che accade a Grenoble, città gemellata con Catania, realizzando la pista del lungomare da Acitrezza fino all’Oasi del Simeto; realizzare finalmente un sistema di abbonamento integrato bus, metro e treno; la creazione di isole ambientali e zone a traffico 30.
Ancora, come dimostrano i dati del nostro monitoraggio e i livelli elevati di inquinamento acustico nei pressi degli edifici scolastici, è necessario impedire il transito ai mezzi privati elle strade in prossimità delle scuole nella fascia oraria di entrata e uscita e dare attuazione anche in questa città alla figura del mobility manager scolastico per portare avanti con successo i progetti di pedibus e bicibus.
Il monitoraggio smart del treno verde
Il controllo delle polveri sottili e del rumore è stato eseguito nei giorni 23, 24 e 25 febbraio in sei punti strategici della città: due aree del centro storico di Catania (Via Vittorio Emanuele nei pressi di piazza San Francesco D’Assisi e Piazza università – area pedonale); due arterie principali che connettono le periferie con la città (su via Giuffrida lungo la circonvallazione nord e in prossimità della rotatoria di via Via Lorenzo Bolano lungo la circonvallazione est); una via ad elevato scorrimento lungo viale Africa ed infine la strada di accesso nel plesso scolastico di Nesima in viale Biagio Pecorino.
In tutte le stazioni i decibel registrati dalla strumentazione di Legambiente hanno mostrato valori ben al di sopra dei limiti di legge: tre di queste (le due arterie e la via ad elevato scorrimento) hanno registrato valori di Leq oltre i 70 decibel (valori che secondo la normativa vigente non sarebbero permessi neanche nelle aree industriali), mentre le altre 3 stazioni (le due zone centrali e il plesso scolastico) hanno raggiunto valori medi compresi tra 65 e 69 db (il limite è rispettivamente di 60 db per le vie trafficate e 45 db per le aree protette come le scuole).
Per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico, il monitoraggio è stato eseguito con una strumentazione per le polveri sottili (PM10) ed una portatile per le polveri fini e ultrafini (PM10 – 2,5 e 1) nelle stesse zone: pur non essendo state registrate concentrazioni particolarmente elevate nei vari punti scelti (le medie orarie registrate variano dai 3 microgrammi a metro cubo su viale Africa ai 21 microgrammi di Piazza Università), c’è da evidenziare come la stazione di monitoraggio abbia mostrato concentrazioni di polveri sottili molto simili a quelle rinvenute in vie secondarie distanti qualche centinaio di metri dalla principale.
A dimostrazione di come lo smog non riguardi solo le strade molto trafficate, ma si diffonda anche quelle nelle immediate vicinanze, magari meno trafficate, in cui si insediano attività sensibili, commerciali o residenziali, ed in cui i cittadini hanno la convinzione di una migliore qualità dell’aria.