Il 23 aprile si faranno le primarie del Centro Destra in Sicilia. L’accordo raggiunto fra i vertici dei partiti mette alla corda Berlusconi ed il suo partito che si erano dichiarati contro la chiamata ai gazebo degli elettori siciliani per scegliere il candidato alla presidenza della Regione alle prossime elezioni regionali. Sia pure limitatamente alla consultazione, la Sicilia, ancora una volta, si conferma come laboratorio per future intese che hanno anticipato scelte nazionali.
Ovviamente in testa ai firmatari “Noi con Salvini”, che per primi avevano chiesto il ricorso ai gazebo. Ma accanto a loro Nello Musumeci, leader di “Diventerà Bellissima”, l’UDC, Fratelli d’Italia, Sicilia nazione, i parisiani e, dulcis in fundo, Marco Falcone capogruppo di Forza Italia.
Falcone ha fatto uno strappo rispetto alle direttive nazionali. Certamente nel confronto già avuto con i vertici del suo partito avrà spiegato le sue riflessioni e le ragioni per le quali ha firmato l’accordo: in Sicilia, andando a ranghi sparsi, il Centro Destra sarebbe andato incontro ad una sicura sconfitta, mentre, con un PD frantumato, solo per la loro coalizione c’è la concreta possibilità di battere il M5S in Sicilia. In caso contrario la vittoria dei grillini nell’isola, ancora una volta, rischierebbe di anticipare analogo risultato alle prossime consultazioni politiche.
Adesso spetta a Berlusconi la mossa successiva: se correre da solo, magari affidandosi alla siracusana Stefania Prestigiacomo, oppure accodarsi e fare buon viso a cattivo gioco aggregandosi alla cordata ed accettando quindi la consultazione popolare che indicherà il candidato alla presidenza della Regione. In tal caso potrebbe puntare sul palermitano Renato Schifani o sul catanese Vincenzo Gibiino.
Il Centro Destra, ovviamente, ha già in mente un candidato ideale per la corsa, Nello Musumeci, con esperienze amministrative elogiate dalla popolazione e, cosa che non guasta, con quella della presidenza della Commissione antimafia regionale che sicuramente gli avrà dato elementi che consentiranno, in caso di elezione, di affiancare lo Stato, nelle sue articolazioni, per riportare la legalità in Sicilia soprattutto nelle amministrazioni, regionale e comunali.