Oltre dieci milioni di quintali di arance, quattro milioni di limoni, 600mila di mandarini e 500mila quintali di clementine. È il volume di produzione di agrumi in Sicilia, regione dalla quale proviene il 57 per cento della produzione nazionale. Per discutere delle questioni relative al settore si terrà domani, dalle 15 all’hotel Romano Palace di Catania, un convegno nazionale promosso da Cia, Confagricoltura e Copagri. Al centro del dibattito la concorrenza di prezzi e qualità e le malattie importate da piante extracomunitarie.
Il capoluogo etneo è stato scelto perché “la nostra agrumicoltura rappresenta una fetta importante di produzione e di estensione, oltre 55mila di ettari alla Piana“, afferma Giuseppe Di Silvestro, presidente Cia Catania. “Da qui lanceremo le nostre proposte alla Regione e al Governo nazionale“, aggiunge.
Il convegno di domani è un momento “che fa seguito alla riunione al ministero delle Politiche agricole dove si era discusso di varare un piano specifico per affrontare il problema del virus tristeza e un piano di strategia nazionale: stiamo ancora aspettando“, precisa Vito La Mantia, responsabile settore agrumicolo Cia Catania.
A loro fa eco Giovanni Selvaggi, presidente provinciale Confagricoltura. “Catania e Siracusa sono le province dove l’indotto del settore agrumicolo rappresenta un importantissimo valore aggiunto per l’economia dell’isola – dice – arriviamo qui dopo anni di proposte inascoltate“.
All’incontro saranno presenti anche i presidenti nazionali di Cia, Dino Scanavino, Confagricoltura, Mario Guidi, e Copagri, Franco Verrascina. Parteciperanno anche il sottosegretario alle Politiche agricole Giuseppe Castiglione e gli assessori regionali all’Agricoltura Antonello Cracolici (Sicilia), Leonardo Di Gioia (Puglia) e Luca Braia (Basilicata).