Vittoria, frode alimentare: pomodori albanesi spacciati per siciliani

Le fiamme gialle di Ragusa hanno scoperto il meccanismo di contraffazione del prodotto

pomodoro ciliegino
Pomodoro ciliegino. Foto Wikipedia
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Negli ultimi tempi a Vittoria si è alzato il livello di allarme sociale a causa delle difficili condizioni in cui versa l’agricoltura. Condizioni dovute anche a una mancata valorizzazione del prodotto e alle tante frodi alimentari che vengono perpetrate a danno dei produttori.

Le fiamme gialle del comando provinciale di Ragusa hanno denunciato alla Procura di Ragusa un commerciante che opera nel mercato ortofrutticolo di Vittoria, per frode in commercio di prodotti agroalimentari recanti false indicazioni di provenienza.

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L’inchiesta è nata dopo una segnalazione della sede di Catania del Ministero delle Politiche Agricole che dopo un controllo in un magazzino di lavorazione di una società operante nel settore del commercio all’ingrosso di frutta e ortaggi, aveva riscontrato anomalie sulla provenienza e tracciabilità dei prodotti ortofrutticoli.

Così i finanzieri di Vittoria hanno avviato un’indagine incrociando dati e documenti dipanando la matassa e facendo la luce sul sistema di frode messo in atto dalla società vittoriese.

In particolare, è stato accertato che l’azienda ha acquistato circa 200 quintali di pomodori, varietà “tondo liscio a grappolo”, dall’Albania; una volta entrati in Italia dal porto di Bari, tramite una società di Polignano a Mare, è stato fatto figurare, ma solo a livello cartolare, che una parte dei predetti pomodori era destinato al mercato ortofrutticolo di Padova (circa un quarto del carico).

Ma, in realtà, è stato accertato che tutto il quantitativo è stato dirottato su Vittoria. Una volta giunto alla sede della società il pomodoro albanese è stato confezionato insieme a quello locale, consentendo così di poter destinare alla vendita una maggiore quantità di prodotto, solo all’apparenza tutto di alta qualità e “made in Sicily”, in un periodo dell’anno in cui tale ortaggio registrava un valore di mercato elevato e che ha permesso di ottenere un illecito provento di circa 20 mila euro.

Il prodotto che invece è stato spedito da Bari al Nord Italia, a 3 società operanti nel commercio all’ingrosso di prodotti ortofrutticoli, è risultato essere di qualità scadente e, pertanto, di basso valore commerciale, nonostante, in fattura risultasse indicato come di provenienza albanese. Il tutto approfittando del fatto che il prodotto era destinato alla grande distribuzione e che i titolari non sarebbero stati in grado di accorgersene, visti gli elevati giri d’affari.

Il rappresentante legale della società vittoriese è stato denunciato per “frode in commercio” e “importazione ai fini di commercializzazione di prodotti agroalimentari recanti false indicazioni di provenienza”.

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