I dipendenti della Pubbliservizi hanno scritto una lettera aperta indirizzandola all’amministratore unico della società prof. Salvatore Muscarà e, per conoscenza, al presidente della Città Metropolitana Enzo Bianco, al ragioniere generale Francesco Schillirò, al segretario provinciale Cgil Giacomo Rota, al segretario provinciale Cisl Maurizio Attanasio, al segretario provinciale Uil Fortunato Parisi ed al segretario provinciale Ugl Giovanni Musumeci.
L’oggetto della lettera è una richiesta di assemblea pubblica della Pubbliservizi alla presenza di tutte le parti sociali. Questo il testo:
“In questi mesi si è molto parlato di noi, società Pubbliservizi, e del nostro futuro, abbiamo ascoltato opinioni diverse e qualche promessa. Sappiamo bene che prendersi un impegno, seriamente, vuol dire dare garanzie anche pubblicamente.
In questi giorni stiamo attraversando il mare tempestoso di presunti fallimenti, la paura dei ritardi degli stipendi e del rischio dell’incertezza. Non per scelta ma per necessità, la vicenda tiene con il fiato sospeso noi e le nostre famiglie, che sopravvivono grazie al nostro lavoro.
Noi lavoratori riteniamo che la nostra azienda “Pubbliservizi”, per ripartire deve farlo dalla legalità e da principi morali alla guida delle scelte aziendali, tali da indurci ad adottare un sistema gestionale che valorizzi e ottimizzi in modo efficiente le proprie risorse.
Riteniamo che il rispetto della legalità e dei valori etici, non siano il risultato di regole imposte dall’alto, ma il frutto di un processo tale da costituire per noi e per tutti coloro che credono nella nostra società, un momento importante di crescita e di responsabilità per uscire da questa condizione.
Crediamo che le regole anche se non scritte debbano evidenziare l’insieme dei valori, dei principi e dei comportamenti, nonché i diritti e i doveri che riguardano tutti coloro che operano in questa azienda.
La lettera prosegue con l’elencazione di valori e regole:
Riteniamo che il rispetto di valori comportamentali rientri tra i doveri di ciascuno di noi, dal primo all’ultimo, senza distinzioni di mansioni, di titoli o di presunte classi sociali. Riteniamo che nell’osservanza di tali valori si garantisca una gestione trasparente ed efficace, evitando e prevenendo atti illeciti o irresponsabili. Attraverso queste regole si valorizza e salvaguarda l’immagine e la reputazione dell’azienda, favorendo la creazione e il mantenimento di un clima di fiducia tra i lavoratori; si favorisce una gestione ed organizzazione delle attività, ispirata ai principi di efficacia e di efficienza sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo; si favorisce un comportamento corretto, onesto e leale, evitando di perseguire scopi illeciti od illegittimi; si favorisce un clima d’imparzialità e non di discriminazione nella valutazione del personale, nell’organizzazione della azienda, nella scelta delle mansioni; si selezionano collaboratori e dirigenti in base alla preparazione come principio di riconoscimento delle capacità e competenze, strumenti essenziali per la crescita professionale e per il miglioramento costante della qualità dei servizi erogati.
In conclusione i lavoratori della Pubbliservizi chiedono la convocazione di una assemblea pubblica con la presenza di tutte le parti sociali coinvolte.
“Perché – dicono – abbiamo bisogno di un passo in più, che impegni tutti con serietà e irrevocabilmente. Non vorremmo che la nostra azienda rimanesse cieca ed ingrata. Non vorremmo più “presunti capitani coraggiosi” che si dileguano con la scialuppa, perché i primi a lasciare la nave sono i topi. Non vorremmo una società di accomodanti pronti a far carriera. Vorremmo ritrovare la fierezza e la gioia di lavorare per la nostra azienda. Vorremmo che l’azienda tornasse ad essere motivo d’orgoglio per i lavoratori. Vorremmo un piano strategico serio e lungimirante, che solo chi sa di esserci per il futuro può programmare. Vogliamo continuare a vivere con dignità grazie al nostro lavoro.
Così conclude la lettera:
“Forse sono solo sogni, ma i sogni che si avverano sono quelli che si perseguono ad occhi aperti”.
E sulla questione delle “partecipate” Amt e Pubbliservizi, con preoccupazione interviene la Cisl.
«Le recenti dimissioni del presidente dell’Amt, Puccio La Rosa, e quelle del mese scorso di Salvatore Muscarà, presidente di Pubbliservizi, riportano alla ribalta l’ineluttabilità di un confronto con l’amministrazione comunale e metropolitana sulle società partecipate. Siamo, infatti, fortemente preoccupati per le eventuali ricadute negative tanto sui lavoratori quanto sui servizi prestati alla cittadinanza».
Intervengono così Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl di Catania, Rita Ponzo, segretaria generale Fisascat Cisl Catania, e Mauro Torrisi, segretario generale Fit Cisl Catania, dopo gli eventi che hanno toccato due delle più importanti società metropolitane etnee.
«È indubbio – aggiungono i tre segretari – che alle due partecipate va ridata governabilità. Ne va della credibilità della politica locale, che non può vivere di annunci ma deve dare segnali limpidi di concretezza, e dell’efficienza dei servizi forniti alla comunità locale e metropolitana, anche in condizioni di emergenza».
«È necessario dunque fare chiarezza – concludono i tre segretari Attanasio, Ponzo e Torrisi – sulle questioni che riguardano il personale, le risorse e, per l’azienda di trasporto locale, anche per il rapporto con la Regione e il piano industriale. Per tale motivo, chiediamo al sindaco Bianco di mantenere l’impegno già preso di formalizzare il tavolo con i sindacati su tutto lo stato delle partecipate, scandendo gli incontri come previsto, nella prima settimana di ogni mese».