Per la Fillea Cgil di Catania l’Anticipo pensionistico (Ape sociale), strumento attraverso il quale una pur modesta platea di edili anziani potrebbe scendere dalle impalcature per andare in pensione, è inapplicabile soprattutto nel territorio catanese. Per questo il sindacato chiede un impegno specifico sul tema ai parlamentari nazionali eletti nel territorio.
Il sindacato chiede in particolare che venga ripreso in Parlamento il percorso avviato a fine anno, partendo proprio dall’ordine del giorno approvato a larghissima maggioranza alla Camera dal presidente della Commissione Lavoro (il documento impegna a chiarire che i sei anni non siano consecutivi) e dagli emendamenti presentati trasversalmente al Senato da PD, Forza Italia e NCD finalizzati anche a ridurre i 36 anni contributivi.
Sull’Ape interviene il segretario del sindacato degli edili, Giovanni Pistorio: “I 36 anni di età contributiva ed i riferimenti dei 6 anni continuativi, sono una enormità per un settore nel quale si è da sempre operato discontinuamente e per di più colpito ciclicamente dalle crisi di settore l’ultima delle quali insiste dal 2008 ed ha più che dimezzato il numero degli addetti che lavorano, tra l’altro per meno giorni nel corso di ogni anno”.
La Fillea sottolinea che a Catania e provincia sui circa 8000 addetti occupati in edilizia “non si contano nemmeno sulle dita di una mano coloro che potrebbero beneficiarne. Tra l’altro il mancato turn over tra gli occupati non permette il necessario ricambio generazionale che faciliterebbe l’ingresso di tanti giovani più permeabili all’utilizzo di nuovi prodotti e tecnologie”.