Lo scenario alla zona industriale di Catania è sempre lo stesso dopo le piogge torrenziali: strade allagate, canali di scolo ostruiti da detriti, buio pesto in tutta la zona, sistema telefonico e Internet in tilt. Sono argomenti trattati e segnalati ogni anno, da oltre sei anni, ma nulla è cambiato.
Confcommercio Catania denuncia ancora una volta il pessimo stato in cui versa l’area industriale, per mancanza di manutenzione e per scarsa cura da parte dell’amministrazione di competenza, a cui vengono ad aggiungersi le piogge che impediscono un normale svolgimento delle attività ai tanti operatori della zona, costretti ogni volta a guadare fiumi anziché percorrere strade, a raccogliere acqua dentro e fuori le aziende anziché dedicarsi al loro sviluppo, a combattere contro una burocrazia lenta e tortuosa che non supporta di certo la loro attività. Richieste di aiuto rimaste inascoltate per troppo tempo e una cattiva gestione che non porta alcun beneficio.
“I canali pieni d’acqua davanti alla mia azienda – afferma Fabio Impellizzeri, riferimento per la Confcommercio della zona industriale di Catania – e i muri di contenimento stanno crollando causando l’occlusione definitiva del canale di raccolta, quello di fondamentale importanza per il Blocco Palma 2 e Giancada. Tutto questo poteva essere risolto con i lavori stanziati dalla Regione, peccato che l’Irsap abbia inviato con 12 mesi di ritardo l’integrazione al progetto richiesta dall’assessorato al territorio e all’ambiente. Parliamo di oltre 1.500.000,00 euro. Nell’attesa ho versato all’Irsap 35 mila euro di oneri di urbanizzazione!”.
Ha lavorato 10 anni in Tunisia Paolo Maggiore, imprenditore della zona industriale etnea, che racconta: “Lo stabilimento era in una zona industriale nella periferia di Tunisi, vi assicuro che l’area era curata e non c’erano tutti i problemi di infrastrutture che abbiamo a Catania.
Persino il Nord Africa è organizzato meglio di noi”.
Non se la passa meglio Matteo Pitanza della Brumi che, come gli altri, stamattina è arrivato in azienda al buio e schivando pericoli trovati lungo la strada, come la rotonda che dall’Ikea porta alla gran parte delle imprese della zona, talmente ricoperta d’acqua da essere sparita alla vista. “Il canale limitrofo alla mia azienda – spiega Pitanza – è esondato non solo causando l’allagamento dell’area antistante alla fabbrica, ma anche entrando all’interno del piano strada”.
Piogge a parte le strade continuano a rimane al buio perché non vengono ripristinati gli impianti dopo i furti di cavi elettrici in più punti: “Abbiamo pagato la vigilanza privata quando ci siamo accorti che le botole erano state sollevate in preparazione dei furti -continua Fabio Impellizzeri – dopo aver sporto denuncia ai Carabinieri. Finita la vigilanza, dopo un mesetto circa, appena hanno visto che avevamo abbassato la guardia hanno rubato tutto. Ed è così da oltre un anno”.