“E’ paradossale che ancora oggi continua la contraddizione che vede da un lato l’assessorato regionale dei Beni culturali e dell’identità siciliana tutelare la tradizionale pantomima “U pisci a mari” di Aci Trezza con azioni di valorizzazione e l’importante iscrizione nel Registro delle eredità immateriali, mentre dall’altro l’assessorato regionale del Territorio e dell’Ambiente continua a chiedere il pagamento del canone per l’occupazione dello specchio acqueo demaniale marittimo per la pur breve durata della manifestazione, che si tiene ogni anno il 24 giugno”.
“Chiediamo che l’Assemblea regionale siciliana approvi una norma fondamentale per stabilire l’esenzione, rispetto a quanto previsto dalla normativa attualmente in vigore, ovvero la legge regionale n° 15 del 29 novembre 2005”.
Questo è in sintesi il contenuto della lunga lettera che il presidente dell’associazione culturale, folkloristica e di tradizioni popolari “U pisci a mari”, Giuseppe Buzzurro, ha inviato nei giorni scorsi all’attenzione della commissione Territorio ed Ambiente dell’Ars ed alle commissioni Bilancio e Cultura, dell’intera deputazione regionale, del presidente Crocetta e degli stessi assessorati coinvolti nella questione.
“Già il 9 luglio 2015 la parrocchia San Giovanni Battista e la commissione festeggiamenti San Giovanni Battista, in appoggio alla nostra battaglia, hanno inviato una lettera agli stessi indirizzi evidenziando la problematica in un momento in cui le tariffe applicate erano alle stelle. Nell’anno appena trascorso – aggiunge il presidente Buzzurro – le cifre si sono abbassate sensibilmente ma il problema permane, perché
è assurdo si faccia pagare un’evento senza scopo di lucro che al contrario dovrebbe essere incentivato dall’amministrazione regionale, essendo rinomato nel mondo e atteso da visitatori e turisti.“
Nel contempo, la prima missiva inviata ha prodotto due disegni di legge depositati dai deputati Vinciullo e Raia (che oltretutto prevede anche esenzioni per le regate non a scopo di lucro). Del primo non si sono avute più tracce mentre il secondo, dopo essere stato esaminato e discusso in IV commissione e dopo aver ricevuto il benestare anche dal dirigente generale del dipartimento regionale Ambiente, non è stato più portato all’ordine del giorno per l’approvazione definitiva e la trasmissione all’Ars.
“Sono passati 8 mesi ed ancora non comprendiamo il motivo per cui il disegno di legge è stato accantonato o, comunque, non sono state individuate altre soluzioni per cancellare questa fastidiosa incongruenza. – continua Buzzurro – Lanciamo quindi un appello all’assessore Croce ed al presidente della commissione Maggio, affinché prendano a cuore questa situazione prima che sia troppo tardi e si arrivi a scadenza della legislatura. La nostra è una richiesta accorata perché riteniamo che le tradizioni popolari, come la nostra, debbano essere veramente aiutate dall’istituzione regionale con misure che ne valorizzino la storicità e non con leggi che rischiano di comprometterne il futuro.”