Affrontare l’emergenza-Catania con rinnovato spirito unitario, superando le distanze tra le organizzazioni e sollecitando al confronto gli organi di governo territoriale, dai Comuni alla Città Metropolitana, sui temi del lavoro, lo sviluppo e la lotta al disagio sociale.
È lo scopo col quale si sono incontrati stamattina le segreterie provinciali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, con i segretari generali Giacomo Rota, Maurizio Attanasio, Fortunato Parisi e Giovanni Musumeci, assieme alle federazioni di categoria del pubblico impiego, delle costruzioni, dei trasporti e le federazioni dei pensionati.
All’ordine del giorno delle organizzazioni sindacali, le ripercussioni della crisi sull’occupazione, ma anche le questioni legate alla gestione dello stato sociale, delle società partecipate dei Comuni e della Città Metropolitana, dei trasporti, della sanità, dell’industria, delle infrastrutture, dei rifiuti.
Temi che Cgil, Cisl, Uil e Ugl intendono riaffrontare per il 2017 con un programma serrato di incontri intersindacali, tema per tema, categoria per categoria, per stilare una piattaforma comune da portare ai tavoli di confronto. Nei prossimi incontri, infatti, la presenza sarà allargata.
Su tutti, il rapporto con il Comune di Catania con il quale è necessario riavviare quei tavoli spesso annunciati e ancora rimasti al palo.
«Catania ha enormi problemi – hanno sottolineato Rota, Attanasio, Parisi e Musumeci – conseguenti a una crisi ormai decennale, con larghe fasce di disoccupazione e di incremento della povertà. Abbiamo bisogno di creare occasioni di lavoro, che è condizione per dare dignità alle persone e prerequisito di legalità».
«Dopo una prima fase, anche positiva, con il completamento di alcune infrastrutture utili allo sviluppo del territorio – affermano i segretari generali – occorre ora andare oltre. Gli strumenti ci sono, primo fra tutti quel Patto per Catania, contenitore di risorse già destinate e ora rinnovate, per il quale ci era stata annunciata una cabina di regia e per il quale occorre fare fronte anche alla difficoltà di tanti Comuni ad approntare progetti cantierabili. Fare partire i cantieri significa dare ossigeno a settori trainanti dell’economia catanese».
La lista continua con le difficoltà di bilancio delle società partecipate, comunali e metropolitane, Multiservizi e Pubbliservizi, AMT, che si ripercuotono inevitabilmente sui lavoratori e su servizi prestati ai cittadini.
I servizi sociali, con le ingenti risorse disponibili dei distretti socio-sanitari su cui Cgil, Cisl, Uil e Ugl chiedono chiarezza a quei comuni capofila che non hanno aperto al confronto obbligatorio con le organizzazioni sindacali.
L’industria, con la condizione di precarietà della zona industriale che ha bisogno di essere messa in sicurezza; il commercio e i servizi, che perdono addetti e imprese. La sanità, con la necessità di integrare i servizi territoriali con quelli ospedalieri, specie alla luce della recente riorganizzazione della rete regionale.
Un invito è stato rivolto, infine, all’Università di Catania, in procinto di rinnovare i vertici, alla quale è stato chiesto di aprirsi maggiormente all’esterno per rinnovare il proprio contributo al mondo del lavoro catanese.