Standing ovation e diversi minuti di applausi al termine del Concerto di Capodanno al teatro massimo Bellini di Catania. Non basta però questa sintesi per dire della partecipazione, del gradimento del programma e dell’esecuzione dell’orchestra diretta dal giapponese Daisuke Muranaka con il coro diretto da Ross Craigmile.
Già dalle prime note dell’ouverture da “Die Fledermaus” (Il pipistrello) di Johann Strauss si respirava l’atmosfera di una grande serata di musica. A confermarlo l’esecuzione di “Gli aranci olezzano” dalla Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni, “fuori tempo” ha commentato sorridendo un caro critico alludendo al periodo pasquale in cui è collocata la vicenda rispetto a quello natalizio e di fine anno attuale. Ma l’esecuzione del coro e dell’orchestra è stata tutt’altro che fuori tempo: ci ha immersi nel profumo della Sicilia e dei suoi agrumeti.
E alla natura era ispirato il terzo brano di Johann Strauss jr. “Geschichten aus dem Wienerwald” (Storielle del bosco di Vienna) che ha trasportato il pubblico nella magica capitale austriaca.
Ma il viaggio europeo è continuato con “Les voici! Voici la quadrille!” dalla Carmen di George Bizet, e con “Ainsi que la brise legère”, un valzer di Charles Gounod.
Il ritorno in patria è stato affidato al coro di “Noi siamo zingarelle” da La traviata di Giuseppe Verdi e poco dopo con il sempre emozionante “Va pensiero” dal Nabucco, un cavallo di battaglia dell’ensemble corale diretto da Ross Craigmile, capace di tenere la nota finale sussurrata quasi all’infinito.
Elegante, poi, la proposta del “Valzer dei fiori” da “Lo schiaccianoci” di Petr Il’ic Cajkovskij. Prefinale viennese con due valzer di Strauss jr. “An der schonen blauen Donau” ( Sul bel Danubio blu) e Kaiser-Walzer (Valzer dell’imperatore).
Gran finale, quindi, in compagnia della frizzante “Vedova allegra” di Franz Lehar con il can-can delle grisettes (“Sì, noi siamo le signorine”) ed il famosissimo, allegro ed ammiccante “E’ scabroso le donne studiar“.
Gli applausi ripetuti ed insistenti hanno “costretto” il direttore Daisuke Muranaka a concedere diversi bis che hanno scatenato e coinvolto il pubblico a far parte dell’esecuzione. Già i titoli dei brani, famosissimi, fanno intendere l’emozione, il senso di insieme che ha permesso di prendere parte senza inibizione all’invito di Muranaka: “Tric trac polka”, “Marcia Radetzsky” ed il Can-can dall'”Orfeo all’inferno” di Jacques Offenbach.
Si capisce , quindi, la standing ovation al termine dell’esecuzione ed anche la soddisfazione , nella hall, del direttore artistico Francesco Nicolosi, del maestro Daisuke Muranaka, del sindaco Enzo Bianco e del soprintendente Roberto Grossi.
Un concerto, al quale ha assistito anche l’assessore regionale Anthony Barbagallo, che conferma la grande tradizione ed il livello di orchestra e coro del teatro massimo Bellini e l’affetto che i catanesi hanno per questa intoccabile presenza culturale.