Innanzitutto si scopre che Tuccio deve in qualche modo a Pippo Baudo (La Rosa cronometrerà ed elencherà, tra le risate del pubblico, le tante volte che Pippo verrà evocato nel corso della serata) l’incontro con la moglie Norina Detto, cantante.
Per uno sciopero a singhiozzo degli attori della RAI al quale Tuccio non partecipò, si fece ricorso ai cantanti. In quella occasione Norina venne presentata a Tuccio con queste parole:“Canta, ma è una che non parla”.” Vo’ viriri ca ma maritu”, disse Tuccio, e così fu.
Risvolti parodistici, invece, nell’incontro con l’amico magistrato Santino Mirabella. Era una serata fredda. Tuccio si ritirava dalle prove del teatro. All’altezza del palazzo di giustizia si accorse di essere seguito da un giovane coperto da sciarpa e berretto. “Scusi”, fa il giovane. E Tuccio, fra sè e sè:“Ca’ semu, ora mi fa la rapina”. In realtà, precisa, era stato oggetto qualche giorno prima di una rapina, ma il rapinatore, riconosciutolo, gli offrì un arancino. Il giovane, avendo capito la sua perplessità, precisò:” Sono un magistrato”. “Peggio”, pensò Tuccio, “da un rapinatore uno si libera, da un magistrato non si può mai sapere”.
E Tuccio aggiunge:“Mio figlio fa un concerto a Catania per i suoi 40 anni, io ero fuori, mi pare a Milano, per lavoro e mi arrivò un telegramma dei miei genitori”. E proprio per il suo lavoro, soprattutto quando erano piccoli, sia Matteo che Claudio, Tuccio rivedeva i figli dopo mesi a causa delle tournèe.
Claudio, invece ha tenuto a raccontare l’orgoglio che provò quando, mentre si trovava negli Stati Uniti, ha visto in un negozio una locandina del fratello Matteo.
Grande amore, comunque, in famiglia: “Soprattutto per i cani”, precisa Matteo.