Per le festività natalizie, i lavoratori delle cooperative sociali riceveranno solo uno dei nove stipendi arretrati che attendono ormai da troppo tempo.
Si dichiarano delusi e amareggiati gli operatori che svolgono i servizi socio assistenziali per il Comune di Catania. E di delusione e “forte preoccupazione” parlano anche i rappresentanti di Cgil, Fp Cgil, Cisl, Cisl Fp, Uil e Uil Fpl e le centrali cooperative AGCI, CONCOOPERATIVE, LEGACOOP, UNICOOP, UNCI che nei giorni scorsi, a seguito di un incontro ufficiale con l’assessore comunale al Bilancio, Salvatore Parlato e l’assessore comunale al Welfare, Angelo Villari, avevano comunicato la volontà dell’amministrazione di saldare almeno due mensilità.
Gli esponenti delle varie sigle di categoria si sono nuovamente riuniti stamattina e hanno deciso di proclamare lo stato di agitazione del comparto. Domattina, inoltre, una delegazione di lavoratori, di rappresentati sindacali e di dirigenti delle centrali cooperative si recheranno negli uffici della Ragioneria comunale per chiedere con forza le dovute spiegazioni sulle promesse fatte nei giorni scorsi dal Comune e ora disattese.
“L’amministrazione comunale di Catania si era impegnata a pagare due mensilità a tutte le cooperative sociali che svolgono i servizi socio assistenziali – spiegano – Ma la ragioneria del Comune ci ha comunicato ufficialmente che dopo il 27 sarà saldato un solo stipendio“.
“Il Comune avrebbe dovuto programmare in tempo utile le risorse, – proseguono – anche utilizzando una politica di contatti diretti con i vertici interessati: pensiamo ad esempio, allo sblocco della ingente somma presso le Poste italiane. Appare assurdo e deludente che ciò non sia avvenuto, e ci amareggia moltissimo il dietrofront al quale stiamo assistendo”.
“A nulla servono le operazioni di immagine territoriale con velleità nazionale – concludono – se poi le istituzioni non riescono a gestire le emergenze più urgenti. Emergenze che riguardano migliaia di lavoratori catanesi che lavorano onestamente ogni giorno, assicurando servizi fondamentali per il welfare, senza però riuscire a portare a casa gli stipendi”.