Tre grandi attrici, Anna Bonaiuto, Manuela Mandracchia e Vanessa Gravina, sono le protagoniste di “Le serve” di Jean Genet, con la regia di Giovanni Anfuso, in scena allo stabile di Catania fino al 30 dicembre.
E mentre il peso dell’intera rappresentazione è sulle spalle delle serve Solange (Anna Bonaiuto) e Claire ( Manuela Mandracchia), indispensabile diventa il ruolo della signora (Vanessa Gravina) per consentire alle prime due di dare vita ad un dinamicissimo dramma basato su invidia, emulazione, odio fino alla morte, affetto reciproco, frustrazione e su tutti quei sentimenti che affollano la piazza del rapporto fra servi e padroni, fra chi ha potere e lo esercita e chi vorrebbe sostituirsi.
Ma il sogno delle due serve resta tale, anzi diventa incubo, perché non hanno per incapacità o per destino, quelle risorse che consentono ai padroni di uscire immediatamente dal carcere e andare ai domiciliari, di avere solo un apparente rispetto per gli altri che invece trattano da schiavi e non da servi.
La signora regala loro gli abiti dismessi, tanto ne comprerà degli altri, nuovi, migliori. Le fa inginocchiare per calzare le scarpe. Le umilia e le gratifica.
E il tentativo di sottrarsi alla schiavitù, sortisce solamente l’epilogo scontato: a perire sono solo i servi, i padroni la fanno franca.
Un atto unico, non è possibile interrompere la tensione drammatica, in cui Manuela Mandracchia e Anna Bonaiuto duellano per bravura e capacità drammatica, messa ancor di più in rilievo dall’arrivo in scena di Vanessa Gravina, padrona farfalla evanescente.
E con accortezza Giovanni Anfuso ha lasciato alla loro bravura e capacità attoriale, intensa, elegante, le redini dello spettacolo, molto applaudito al termine della rappresentazione.