Sotto l’albero di Natale o per il 2017? I catanesi vorrebbero trovare un lavoro sicuro e un pizzico di serenità – soprattutto economica – in più. In un’area, quella del Mezzogiorno, dove la percentuale di persone sull’orlo della povertà arriva al 46 per cento, il periodo natalizio non è privo di preoccupazioni.
“Regali di Natale, ormai da qualche anno, non ce ne facciamo più. Pensiamo solo ai più piccoli“, afferma Katia, mamma di tre bambini tra i cinque e i 13 anni. “La maggior parte della tredicesima l’abbiamo spesa per saldare qualche rata rimasta in ritardo“, le fa eco il marito Maurizio, impiegato statale. “So che siamo fortunati. Almeno una tredicesima l’abbiamo – riconosce – Il resto… speriamo di metterlo da parte. Ma tanto poi succede sempre qualche imprevisto e dobbiamo ricominciare“, commenta scrollando le spalle.
Gaetano e sua moglie Giuseppina, 68 e 65 anni, sono categorici: “Intanto arriviamo al 2017. Poi come finisci si cunta“. Le feste vedranno il classico menù della tradizione culinaria siciliana a farla da padrone. Attorno al tavolo, anche quest’anno, non ci sarà l’intera famiglia: “Manca mio figlio più grande – precisa la donna – Lavora in provincia di Padova, ma non ha trovato dei biglietti convenienti. Scendere per quei pochi giorni di ferie costa troppo. E anche stavolta starà da solo“, conclude con lo sguardo velato da un pizzico di amarezza.
Per molti la possibilità di passare le feste fuori dalla Sicilia è da escludere. “Sono stata licenziata nove mesi fa. Sono tornata a vivere con i miei genitori. Un viaggio è l’ultima delle mie aspirazioni“, sbotta con amarezza Carmela, 32enne originaria di Misterbianco. “Quando ero piccola riuscivamo ad andare una settimana in montagna, in Calabria; mi dicevo che quando sarei diventata adulta avrei fatto lo stesso. Ma così non è. La nostra generazione ha una vita molto diversa da quella dei nostri genitori e il massimo in cui dobbiamo sperare è di trovare un lavoro dignitoso“, sospira.
“Secondo me il 2017 può essere un buon anno“. Riccardo fa fermare lo sguardo sulle luminarie di via Etnea. “Secondo me, dopo tutti questi anni di crisi, questo può essere il tempo della ripresa“. Certo, il matrimonio dovrà attendere e per il momento “ci accontentiamo di convivere – aggiunge – ma sono fiducioso per il futuro“.
Nonostante le preoccupazioni personali siano pressanti, c’è qualcuno che sposta lo sguardo più in là. “Per Natale vorrei che le persone si rendessero conto cosa succede in posti non tanto lontani, come in Siria o dall’altra parte del Mediterraneo“, risponde Annarita, studentessa universitaria. “Quello sì che sarebbe capire il vero significato del Natale“.