“Se perderò il lavoro è perché pago caro il prezzo di essere un sindacalista della Cgil”. Ha 43 anni, è invalido civile e dopo anni di lavoro come magazziniere in un’azienda che si occupa di igiene ambientale grazie ad un appalto per il Comune di Aci Castello, si ritrova con una lettera di preavviso di licenziamento in tasca.
Massimo Bonaccorso è RSU della Fp Cgil alla Agesp, azienda trapanese per cui lavora da 12 anni (prima era dipendente in Siet) che opera in un cantiere di Aci Castello e nel tempo si è intestato battaglie su mancate applicazioni di accordi contrattuali, atteggiamenti discriminatori e insalubrità dei luoghi di lavoro.
Il segretario generale della Fp Cgil di Catania, Gaetano Agliozzo, e Alfio Leonardi, responsabile del Dipartimento Igiene ambientale della Fp Cgil, segnalano che la Agesp avrebbe “fatto delle precise scelte che di fatto svuotano di senso il sindacato. Dal mancato versamento delle quote sindacali, benché le stesse venivano regolarmente trattenute in busta paga ai lavoratori alla mancata convocazione dei propri rappresentanti sindacali in incontri indetti al Centro per l’Impiego o anche dalla stessa azienda, spesso con esclusione proprio della Cgil, violando la parità di trattamento tra le varie sigle. L’azienda, tramite i propri rappresentanti si è più volte negata anche telefonicamente”.
Il caso Bonaccorso inizia quando al rientro da un’aspettativa, richiesta dopo un periodo di malattia, il lavoratore chiede tramite la Cgil di verificare la salubrità dei locali e non a caso. Si trattava infatti di locali molto umidi ed evidentemente inadatti (la Cgil ne ha sottolineato il forte degrado, visibile anche a occhio nudo) e di certo non su misura per chi, come Bonaccorso, soffre di asma bronchiale. L’azienda, comunque, non risponde, pone forzatamente in ferie Bonaccorso e gli comunica l’intenzione di chiudere il magazzino, proponendo alternative inaccettabili per un disabile: dal trasferimento a 400 km di distanza alla mansione di autista, alla raccolta porta a porta.
Massimo Bonaccorso non può dunque accettare e per lui scatta il preavviso di licenziamento.
“Siamo di fronte ad una vicenda umana e sindacale che non avremmo mai voluto raccontare – continuano Agliozzo e Leonardi- ma dobbiamo fare i conti con la realtà. Già prima che scattasse il caso Bonaccorso avevamo denunciato l’azienda per comportamento antisindacale e per giorno 21 è anche fissata un’udienza che esaminerà il caso di un gruppo di lavoratori contro Agesp per errata applicazione del contratto. Della vicenda del nostro Rsu si parlerà invece giorno 20 dicembre”.
Per Giacomo Rota, segretario generale della Cgil, “la storia di questo lavoratore-sindacalista è emblematica. Spesso le aziende puntano a mettere i propri dipendenti scomodi in situazioni senza via d’uscita. In questo caso il contesto è difficile e complesso è più volte la Cgil è stata costretta a denunciare comportamenti antisindacali. Faremo la nostra parte, come sempre”.
Massimo Bonaccorso, che è marito e padre di due figli, commenta cosi: “Considero questo preavviso di licenziamento un attacco personale. Ho la colpa di avere difeso i miei diritti e quelli dei miei colleghi. I fatti raccontano questo ma combatterò la mia battaglia senza stancarmi. E stavolta sarò io ad essere difeso dal mio sindacato”.