Macbeth di William Shakespeare, analizzato, scandagliato nei più reconditi anfratti del cervello, fra sogno e realtà che si inseguono, si confondono e si fondono.
E’ il Macbeth proposto al teatro Stabile di Catania, in una coproduzione con il teatro Stabile di Napoli ed in collaborazione con la Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia. Nella traduzione di Gianni Garrera.
Ma è l’adattamento e la regia di Luca De Fusco con la straordinaria interpretazione di Luca Lazzareschi e Gaia Aprea, che ne fanno uno spettacolo di particolare intensità, provocatore di riflessioni su se stessi, sul proprio modo di relazionare sogni ed aspirazioni e comportamenti che gli obiettivi dei sogni perseguono, senza distinzione tra quello che ciascuno di noi anela (potere, ma anche amore ed altro) e quello che si è disposti a commettere per raggiungere tale obiettivo.
Le tre streghe, bellissime e nude, come la verità ed il sogno, anticipano a Macbeth quello che nel suo inconscio vuole per soddisfare la propria ambizione: il trono. Cosa è disposto a fare? Da solo?
E lady Macbeth chi è? L’altra faccia del suo subconscio, che lo spinge ad osare, ad essere consequenziale con le azioni per avere la corona in mano.
Ma il raggiungimento dell’obiettivo significa anche angosce, incubi, apparizioni dei rivali insanguinati, degli ostacoli che ha dovuto eliminare.
E straordinario diventa il ricorso alla tecnologia che permette a De Fusco di far vedere, a Macbeth, e quindi al pubblico, in proiezioni che spuntano da ogni dove, certo partiti dal proprio cervello, i cadaveri sanguinanti, le civette, i bambini innocenti che ha sacrificato, anzi che ha fatto trucidare sull’altare delle sue ambizioni.
Il potere corrompe qualsiasi anima fino a renderla irriconoscibile a se stessa ed a farle contrarre abitudini che diventano irreversibili.
Luca Lazzareschi alterna, con grande padronanza attoriale, i momenti di riflessione con se stesso, a vaneggiamenti, pazzia, a lucidità.
Gaia Aprea è una lady Macbeth femminile e terribile, testa e mano pensante, forte come solo una donna sa essere, che spinge avanti Macbeth nei momenti di perplessità, di tentennamento, di paura.
E tutto questo in un contesto di attori di qualità, da Enzo Turrin (re Duncan), ad Alfonso Postiglione, trascinante ed esilarante portinaio.
E poi le tre bellissime streghe Chiara Barassi, Sibilla Celesia e Sara Lupoli, assieme ad Alessandra Pacifico Griffini. E Federica Sandrini (lady Macduff) e la giovane Francesca De Nicolais.
E infine, ma non ultimi, attori di grande presenza scenica, Paolo Serra (Banquo), Claudio Di Palma (Mcduff), Giacinto Palmarini (Malcom), Luca Iervolino (Donalbain), Paolo Cresta (Lennox), Fabio Cocifoglia (Ross), Gianluca Musiu (giovane Seyward).
E sono da segnalare, per il grande ruolo che hanno nello spettacolo, le installazioni video di Alessandro Papa, le scene di Marta Crisolini Malatesta, i costumi di Zaira de Vincentiis, le coreografie di Noa Wertheim, le luci di Gigi Saccomandi, le musiche di Ran Bagno.