“La notizia diventa storia”, di Giuseppe Di Fazio, edito dalla Domenico Sanfilippo Editore, è stato presentato, ad iniziativa dell’Unione Exallievi Don Bosco-Salette “Periferie vive” e della Dse, nella “Officina di incontri” nel quartiere S. Cristoforo, in via Santa Maria delle Salette, dove ha sede la onlus che da diversi anni si è fatta promotrice di iniziative culturali e sociali a favore dei residenti, soprattutto giovani delle scuole.
Alla presentazione, oltre all’autore, sono intervenuti: Annamaria Polimeni, dell’Unione Exallievi Don Bosco Salette “Periferie vive” e già viceprefetto vicario a Catania; Agatino Cariola, ordinario di Diritto costituzionale all’Università di Catania; Domenico Ciancio Sanfilippo, condirettore La Sicilia. L’incontro, dopo i saluti di don Marcello, direttore delle Salette, è stato aperto da Salvatore Caliò per l’Unione Exallievi Don Bosco Salette. L’attrice Valeria Contadino ha letto alcune pagine significative del libro, mentre il giornalista Piero Maenza ha coordinato l’incontro.
Fra i tanti casi riportati nel libro quello della formazione professionale ha avuto la citazione di quasi tutti gli interventi. Annamaria Polimeni ha ricordato come la questione irrisolta delle scuole di formazione abbia danneggiato soprattutto i giovani dei quartieri di periferia, che in assenza di istruzione diventano facile preda delle organizzazioni criminali.
E il prof. Agatino Cariola, parlando della formazione e dell’assenza di intervento della regione, ha sostenuto la legittimità dell’intervento dello stato in sostituzione, in linea con quanto previsto dalla costituzione che consente di agire in sussidiarietà, in contrasto con la difesa dell’autonomia siciliana fatta dall’assessore regionale alla pubblica istruzione, in quanto “l’autonomia serve per fare non per bloccare”.
E proprio la questione della formazione professionale è stata una battaglia che ha portato avanti il quotidiano La Sicilia – ha affermato il condirettore Domenico Ciancio Sanfilippo – Questo conferma la vicinanza al territorio ed alle sue esigenze, l’anima sociale del giornale, fondamentale in un contesto dove ormai si privilegia la celerità e non più l’approfondimento, la ricerca della verità”.
E sul ruolo fondamentale del giornalista ha concluso l’incontro Giuseppe Di Fazio:” – Si deve analizzare ed avere la capacità di vedere i fatti (il riferimento è stato al collega Quirico, che ha rischiato la vita per rendersi conto del fenomeno ISIS, sequestrato dai fondamentalisti e poi rilasciato) che spesso vengono raccontati con superficialità, mentre sempre sono segnali che vanno colti, visti e ascoltati, perché testimoni dell’evoluzione della società”.