Appuntamento da non perdere, giovedì 8 dicembre al Palazzo Biscari di Catania alle 21.15, a conclusione dei fantastici sedici concerti che hanno caratterizzato il 6° Festival Internazionale del Val di Noto “Magie Barocche”. La serata reca l’evocativo titolo “Shakespeare: Arie e brani strumentali tratti da The Fairy Queen e The Tempest di Purcell”, eseguiti dall’Accademia Bizantina diretta da un maestro del calibro di Ottavio Dantone, pluripremiato direttore di fama mondiale.
Ricordiamo che il il festival “Magie Barocche” – ideato, organizzato e guidato dal direttore artistico il musicologo Antonio Marcellino, musicologo di chiara fama – si è svolto quest’anno nel più prezioso e pregiato monumento architettonico nobiliare di Catania, ad eccezione di un unico appuntamento nell’imponente Chiesa di San Nicola l’Arena per poter sfruttare il mirabile organo di Donato del Piano.
Il Festival ha ripercorso e rivissuto il cammino che va dalla commedia per musica napoletana ai drammi shakespeariani rivestiti di note: come dire il teatAccademiaro in musica che permea profondamente la vita di un’intera civiltà, quella barocca.
La kermesse termina in bellezza nel rendere onore a Shakespeare, il più grande drammaturgo di tutti i tempi, di cui quest’anno ricorre il quarto centenario della morte (1616) e che è stato celebrato anche il 14 novembre all’interno di Magie Barocche con il concerto-spettacolo “Amore e musica nella cultura dell’età elisabettiana”.
Il fuoriclasse chiamato a rendere omaggio al Bardo inglese è Ottavio Dantone, direttore dell’Accademia Bizantina di Ravenna con la quale collabora dal 1989, nel cui curriculum troviamo, tra le tante gemme, il Diapason d’Or per l’incisione delle Sinfonie di Haydn, e la nomination ai Grammy Music Award per il CD “Purcell – O Solitude” con il controtenore Andreas Scholl. Il CD haydniano completa la raccolta di tutte le sinfonie di Haydn suonate con strumenti d’epoca, grazie a un progetto che ha visto coinvolti direttori come Frans Brüggen e Christopher Hogwood: «Ottavio Dantone s’inserisce degnamente fra questi due giganti», si legge sulla rivista francese Diapason che assegna l’omonimo ambito premio internazionale. Profondo conoscitore della prassi esecutiva del periodo Barocco, sotto la sua direzione l’Accademia Bizantina, nel giro di pochi anni, si è affermata come uno degli ensemble di musica barocca con strumenti antichi più noti ed accreditati nel panorama internazionale.
Vale la pena citare i nomi dei componenti dell’Accademia Bizantina, in quanto tutti eccellenti solisti. Per le parti vocali, la primadonna è il soprano Berit Solset, mentre le parti strumentali sono affidate a Alessandro Tampieri e Ana Liz Ojeda (violini), Diego Mecca (viola), Mauro Valli (violoncello), Giovanni Valgimigli (violone), Tiziano Bagnati (liuto). Ottavio Dantone dirige al clavicembalo, come gli antichi maestri.
I due compositori in programma sono lo strabiliante Henry Purcell, uno fra i più geniali compositori inglesi e della musica barocca in generale, e Matthew Locke. Il primo, nato quarantatré anni dopo la morte di Shakespeare, ne fu gioco forza influenzato per tutta la vita, tanto da scrivere nel suo ultimo periodo produttivo i due straordinari capolavori a lui ispirati in programma: le intense musiche di scena per The Tempest or The enchanted Island (composte nello stesso anno della morte di Purcell, avvenuta nel 1695) e la fantasiosa e delicata The Fairy Queen, tratta dal Sogno di una notte di mezza estate. Dantone ci propone le pagine più avvincenti dei due titoli. I brani strumentali, composti da Locke, si alternano alle arie vocali purcelliane. Lo stesso concerto verrà replicato l’11 dicembre al Teatro Rossini di Lugo (Ravenna) per il «Purtimiro Festival».
Concludiamo con quest’affermazione del direttore d’orchestra e musicologo inglese John Eliot Gardiner: «È perfettamente possibile che chiunque ascolti per la prima volta The Fairy Queen non si renda assolutamente conto che l’opera si basa su A Midsummer Night’s Dream di Shakespeare. La relazione tra l’una e l’altra è, in effetti, equivalente a quella esistente tra la versione cinematografica di una commedia musicale del XX secolo e la sua sceneggiatura, possiamo dire tra West side story e Romeo e Giulietta».