Università: cosa è successo, cosa succederà

Nelle prossime settimane l'ateneo dovrà affrontare un'anomala campagna elettorale per eleggere il nuovo rettore. Uno scenario imprevedibile, causato da un'intricata battaglia legale

Piazza Università, Catania
Piazza Università, Catania
- Pubblicità -

Un’elezione con un’anomala campagna elettorale di circa 50 giorni, convocata dopo un’intricata battaglia legale durata quattro anni. È quanto accadrà nelle prossime settimane all’università di Catania, la cui comunità è chiamata alle urne dal prossimo 25 gennaio per eleggere il nuovo rettore. La consultazione si è resa necessaria dopo la sentenza del Consiglio di giustizia amministrativa che lo scorso 25 novembre ha azzerato le cariche elette attraverso lo statuto approvato nel 2011, decidendo che anche la figura del rettore – assieme a quella dei senatori accademici e dei consiglieri d’amministrazione – deve essere rinnovata. Il magnifico Giacomo Pignataro, dunque, è stato costretto a indire le elezioni dopo essere giunto ad appena metà mandato.

L’ingarbugliata vicenda inizia alla fine del 2011, quando Antonino Recca – allora a capo dell’università etnea – firma la carta statutaria riformata dopo l’entrata in vigore della riforma Gelmini. Ma fin da subito il ministero dell’Istruzione, così come altri componenti dell’ateneo, sollevano dei dubbi. I rilievi finiscono in un primo ricorso che decreta l’illegittimità dello statuto, tesi confermata nel 2015 anche dal Cga. Nel frattempo, però, il tempo scorre e la vita istituzionale di Unict prosegue: si tengono nuove elezioni, nel 2013 Pignataro succede a Recca, e il nuovo governo accademico avvia una serie di modifiche della carta statutaria. Variazioni che – come confermano successivamente dal Miur – superano le criticità iniziali.

- Pubblicità -

A entrare in ballo, dunque, è un secondo ricorso alla giustizia presentato dall’allora componente del Cda Febronia Elia, professoressa ritenuta all'”opposizione” e vicina all’area dell’ex rettore Recca. Secondo la tesi della docente, accolta in maniera definitiva pochi giorni fa dai giudici, le consultazioni che hanno portato alla nomina di Giacomo Pignataro sono da considerare illegittime, così come lo statuto che le ha regolate. Si arriva così a uno scenario sul quale in pochi negli scorsi mesi avrebbero scommesso, con un magnifico costretto a interrompere il proprio mandato e obbligato ad avviare l’iter per le elezioni.

Già dal pronunciamento del Cga Pignataro ha annunciato di voler concorrere per la riconferma. “Ritengo di avere il diritto di proporre la mia candidatura a rettore al fine di completare il mandato che mi avete affidato a larghissima maggioranza il 28 febbraio 2013 e sento il dovere di portarne a compimento le realizzazioni programmatiche”, ha scritto in una nota inviata alla comunità accademica. A strettissimo giro si è fatto avanti anche Enrico Foti, direttore del dipartimento di Ingegneria civile e architettura. Settore, quest’ultimo, dal quale proviene anche l’ex rettore Antonino Recca.

A meno di sorprese nel bel mezzo delle vacanze natalizie, si prospetta una volata a due per la poltrona più ambita di palazzo Centrale. La formalizzazione delle candidature dovrà avvenire a circa un mese dalla prima convocazione, prevista a meno di cambiamenti per il 25 gennaio. Il secondo turno si terrà cinque giorni dopo, il terzo il 2 febbraio. L’eventuale ballottaggio avrà luogo il 7 febbraio. Per quella data si conoscerà il nome del prossimo magnifico che, almeno stavolta, dovrebbe guidare l’ateneo fino al compimento dei sei anni di incarico.

- Pubblicità -