Unanime dura e addolorata reazione nel mondo del lavoro siciliano e non solo per la tragedia verificatesi a Messina a bordo della Nave Sansovino della Caronte&Tourist (ex Siremar) che per lavori era ormeggiata al Molo Norimberga. Delle tre vittime due erano messinesi: Gaetano D’Ambra, secondo ufficiale di coperta, di Lipari; Christian Micalizzi, messinese, primo ufficiale; l’altro deceduto è un palermitanio, Santo Parisi, operaio, di Terrasini;
Gli addetti al lavoro stavano eseguendo le pulizie all’interno di una cisterna del gas. Secondo i primi accertamenti la causa dell’incidente andrebbe fatta risalire alle forti esalazioni che li ha storditi e li ha fatti precipitare nella cisterna.
Grazie all’intervento dei vigili del fuoco sono stati recuperati.
Assieme al cordoglio del sindacato alle famiglie, duro e amareggiato il commento della CISL regionale: “Il punto è che, nel pubblico e tra i privati, stenta a crescere la cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro: troppo pochi gli ispettori. E l’idea, dura a morire, che la sicurezza sia un costo, non una risorsa”.
Così hanno dichiarato in una nota Mimmo Milazzo e Giorgio Tessitore, segretario generale e componente della segreteria regionale della Cisl Sicilia, “gli organi di controllo della sicurezza sono sottodimensionati e ridotti spesso a poche unità per territorio provinciale”.
Inoltre le aziende, non di rado, sono portate a concepire l’informazione e la formazione sulla sicurezza “un onere da aggirare e marginalizzare e non un’opportunità, anche ai fini della produttività aziendale”.
La Cisl sollecita istituzioni e imprese a ripensare l’approccio ai temi della sicurezza, anche in ottemperanza alle disposizioni di legge.