Il testo di riforma in materia di organizzazione del servizio di gestione integrata dei rifiuti in Sicilia, attualmente in fase di analisi in IV Commissione ARS, presenta molte ombre, poche luci e troppi slogan.
Federconsumatori Sicilia, da tempo ormai, si batte per l’introduzione dell’economia circolare nel nostro territorio. Quella economia, cioè, fatta di prodotti durevoli e già progettati con in mente il riciclo a fine vita. Una economia necessaria a risolvere definitivamente il drammatico problema dei rifiuti in Sicilia e, di conseguenza, fondamentale per abbattere la TARI (tra le più care in Italia, in media regionale).
“Il testo presentato – commenta il presidente di Federconsumatori Sicilia, Alfio La Rosa – non può contenere soltanto nel titolo il sostegno all’economia circolare, alla riduzione dei rifiuti e del riuso dei beni a fine vita. Al contrario, per non essere soltanto uno slogan, deve contenere idee, linee di intervento e progetti che mirano al raggiungimento dell’obiettivo”.
Federconsumatori ricorda, alla politica regionale come anche ai cittadini contribuenti, che è possibile e necessario utilizzare risorse europee, statali e regionali per promuovere la ricerca scientifica volta alla progettazione e produzione di beni riutilizzabili, riparabili e riciclabili.
“Occorre che la Regione attui una gestione ordinaria basata sulla riduzione dei rifiuti – continua La Rosa – e la forte crescita della raccolta differenziata, realizzando l’impiantistica necessaria, che punti alla chiusura del ciclo attraverso la realizzazione di un sistema produttivo incentrato su filiere industriali del riutilizzo, riuso e riciclaggio dei materiali e conseguente abbandono della attuale gestione incentrata su discariche, che inquinano e costano un patrimonio (che paghiamo tutti noi)”.
Inoltre, occorre che l’Osservatorio regionale sulla gestione dei rifiuti, presso la competente struttura regionale di riferimento, presenti annualmente al Parlamento siciliano la relazione sullo stato di attuazione degli obiettivi fissati e pubblichi annualmente i dati statistici e conoscitivi in materia di ciclo integrato dei rifiuti attraverso la costituzione di una banca dati sul sito istituzionale della Regione.
Un punto a favore della riforma, invece, è la costituzione del Comitato consultivo degli utenti e dei portatori di interesse in rappresentanza degli utenti anche se, a nostro avviso, occorre prevedere la possibilità di proporre una valutazione preventiva degli impatti delle politiche di settore sul sistema ambiente e consenta la partecipazione al processo di condivisione delle scelte e delle azioni necessarie alla verifica del raggiungimento degli obiettivi.
In merito alla organizzazione del servizio integrato sicuramente positivo è la separazione netta tra il ruolo pubblico di regolazione, indirizzo e controllo, dalla gestione vera e propria del servizio affidata attraverso delle gare ad evidenza pubblica. Nel testo presentato, giustamente, il ruolo pubblico è demandato non più a società ma ad enti di governo per il servizio dei rifiuti (composto dall’assemblea dei sindaci a livello di area metropolitana o del libero consorzio).
Bisogna, però, farla finita con una gestione priva di una programmazione e caratterizzata dall’improvvisazione che ha generato, come descritto dalla Commissione parlamentare sulle Ecomafie “tra cattiva gestione, incapacità politica, sia a livello regionale che a livello di enti territoriali, connivenze e, in qualche caso, complicità tra pubblica amministrazione e criminalità organizzata”.
Bisogna anche prevedere una Carta dei diritti e dei doveri dell’utente che recepisca le prestazioni e gli standard contenuti nel contratto di servizio che assumono i gestori del servizio come obblighi nei confronti dei cittadini.
L’Ente di governo nella definizione della Carta dei diritti e dei doveri dell’utente deve garantire adeguate forme di partecipazione pubblica, individuare le modalità di cooperazione e relazione degli utenti e dei portatori d’interesse con gli organi e la struttura dell’Ente ed il soggetto gestore. La rappresentanza e la cura degli interessi degli utenti, infine, devono passare attraverso la stipula di Protocolli di intesa per la conciliazione paritetica tra soggetti gestori ed Associazioni dei consumatori.